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Thunder

Regia di Carmen Jaquier vedi scheda film

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La recensione su Thunder

di pazuzu
8 stelle

Il discorso sulla mentalità chiusa della Svizzera Vallese dell'inizio del secolo scorso e sulla repressività della cultura ultracattolica, fa presto a farsi paradigmatico e diventare universale, amplificandosi fino a parlare del diritto di utilizzare il proprio corpo e la propria sensualità per interagire con gli altri, costruirsi e sentirsi vivi.

 

 

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Svizzera, 1900. Una breve carrellata di immagini d'epoca di anziane contadine, introduce in un casolare dove una ragazza con delle corde ai piedi guarda fuori da una finestra in un'atmosfera sinistra. Dopo i titoli, la scena si sposta in un convento, dove alla diciassettenne Elisabeth viene comunicato che deve tornare a casa a lavorare i campi, per via della morte della sorella maggiore, Innocente. Ivi condotta dalla madre all'età di 12 anni, e sul punto di prendere i voti, Elisabeth subito cerca in sé la colpa dell'accaduto: non ho pregato abbastanza? o ho pregato male? Una volta a casa trova i genitori e le due sorelle minori, ma nessuno fornisce risposte alle domande che lei pone su cosa sia accaduto a Innocente: sua madre taglia corto dicendo che di lei non si parla più, mentre fuori il suo nome è in più occasioni associato al diavolo.
La reticenza degli abitanti del villaggio, fa però emergere in Elisabeth quella curiosità che la madre s'è sempre sforzata di tenere a freno: la conoscenza con tre ragazzi che la sorella l'avevano frequentata, ma soprattutto la scoperta di un suo diario sul quale riversava le proprie confessioni più intime, la inducono a riflettere su sé stessa, sul presente, sul passato e sul futuro che sarebbe stato.

 

 

Carmen Jaquier, regista e sceneggiatrice di Foudre, afferma che l'idea del film è sorta in seguito al ritrovamento di un diario di una bisnonna, nel quale lei si rivolgeva a ciò che percepiva come Dio, con una scrittura creativa che da un lato evidenziava lo spirito di contestazione nei confronti dell'educazione bigotta ricevuta, e dall'altro la necessità di un individuare un interlocutore con il quale condividere i propri segreti. Innocente appare in scena per pochi secondi, ma nonostante questo è - assieme a Elisabeth - il personaggio più forte del film, proprio in virtù della forza che il suo diario assume per lei, che lo legge, e per lo spettatore che attraverso quel testo vede evocate immagini forti.

 

 

Mossa da una sincera ansia di conoscenza, la protagonista inizia a fare ciò che non le era stato concesso quando in età infantile fu spedita a fare il noviziato, ovvero percepire il proprio corpo, sperimentare, e parlare anche con gli animali, se gli esseri umani non sanno ascoltare, capire, interpretare: ben lontana dall'essere la reincarnazione del demonio, sua sorella affermava che Dio è una vibrazione, e che lo aveva individuato nel proprio corpo e nel proprio sudore. Aveva una propria visione, diversa da quella che le si voleva imporre d'ufficio.
Il discorso sulla mentalità chiusa della Svizzera Vallese dell'inizio del secolo scorso e sulla repressività della cultura ultracattolica, fa presto a farsi paradigmatico e diventare universale, amplificandosi fino a parlare del diritto/necessità di utilizzare il proprio corpo e la propria sensualità per interagire con gli altri, costruirsi e sentirsi vivi.
Foudre è un (visivamente sontuoso) inno alla libertà.

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