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The Son

Regia di Florian Zeller vedi scheda film

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La recensione su The Son

di port cros
9 stelle

 

Hugh Jackman, Laura Dern, Zen McGrath

The Son (2022): Hugh Jackman, Laura Dern, Zen McGrath

 

 

79ma MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA 2022 – IN CONCORSO 

 

Dopo il sorprendete esodio The Father con doppio Oscar alla sceneggiatura e all’interpretazione di Hopkins, il drammaturgo Florian Zeller torna alla regia cinematografica con una nuova trasposizione sullo schermo di una suo opera teatrale, intitolata The Son in ideale continuazione con la precedente , di cui però non costituisce un sequel.  

Il figlio di cui al titolo è Nicholas (Zen McGrath), diciassette con genitori divorziati: in piena crisi adolescenziale salta da oltre un mese la scuola e vorrebbe lasciare l’appartamento della mamma (Laura Dern) per andare a vivere col padre Peter, uomo di successo con aspirazioni in politica (Hugh Jackman), che nel frattempo ha una nuova compagna (Vanessa Kirby) e un secondo figlio appena nato. Il papà cerca di ascoltare il malessere del ragazzo e di aiutarlo a rimettersi in carreggiata, ma il figlio gli rinfaccia di aver demolito la famiglia lasciando la madre per un’altra donna. Peter si sorprende amareggiato a far ramanzine che assomigliano sinistramente a quelle che suo padre (Anthony Hopkins) faceva a lui e che profondamente disprezzava. Si fa tuttavia sempre più chiaro, tra autolesionismi  e nuove menzogne, che il problema di Nicholas va oltre la fisiologica crisi della sua età  e si configura piuttosto come una depressione da curare clinicamente.  

 

L'opera seconda di Florian Zeller è un film dall'impianto più semplice e lineare del precedente sull'Alzheimer, ma di impatto emotivo altrettanto, se non ancor più, devastante. La sceneggiatura pur collocando l'azione quasi solo in interni non tradisce più di tanto l'origine teatrale, ma affronta con grande sensibilità e profondità la problematica della depressione giovanile, mentre la regia di Zeller si mette con discrezione ma incisività a servizio del testo e delle interpretazioni.

 

In uno script che ci spinge inesorabilmente a sprofondare nella sofferenza dell'intera famiglia, l'unico   momento di leggerezza è il balletto che vede saltellare goffamente Hugh Jackman, strizzando l' occhio ai suoi trionfi in musical come The Greatest Showman. Il finale che non rivelo moltiplica l'impatto emotivo devastante che è stato un crescendo lungo l'intera pellicola, con un effetto commozione certamente cercato e voluto dal regista ma mai in modo furbescamente manipolatorio o ricattatorio nei confronti dello spettatore.

 

Oltre alla scrittura un’altra grande forza propulsiva sono le interpretazioni, con Hugh Jackman intensissimo che può cimentarsi nella difficile impresa di sottrarre la Coppa Volpi a Brendan Fraser e può più agevolmente prenotare una candidatura agli Oscar, Laura Dern sempre perfetta e Vanessa Kirby una conferma, mentre il figlio Zen McGrath è bravo ma non straordinario. Sir Anthony Hopkins torna per un breve ma importante cameo. Si tenga infatti presente che il figlio del titolo è non solo il giovane Nicholas assediato dal male nero, ma anche suo padre Peter, che è a sua volta un figlio che ha un rapporto irrisolto col proprio padre interpretato da Hopkins, oltre ai mille dubbi e ai sensi di colpa che lo gravano come genitore.

 

Consapevole che alcuni l'hanno apprezzato meno, per me The Son è stato un colpo di fulmine ala Mostra di Venezia 2022.

 

 

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