Espandi menu
cerca
Winchester '73

Regia di Anthony Mann vedi scheda film

Recensioni

L'autore

dedo

dedo

Iscritto dal 21 giugno 2004 Vai al suo profilo
  • Seguaci 58
  • Post 3
  • Recensioni 277
  • Playlist 9
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Winchester '73

di dedo
8 stelle

Il 1950 rappresenta un anno storico per il cinema. Inizia l’epoca Manniana dei film western, genere che stava perdendo presa nel pubblico. Anthony Mann, inizia la sua attività artistica nel teatro, periodo in cui conobbe James Stewart, di cui divenne amico. Passato al cinema diresse alcuni film di serie b, prevalentemente di genere noir o thriller. Fu appunto nel 1950 che iniziò a dirigere western divenendo uno dei più affermati registi del settore. Il film “Winchester ‘73” ,  a basso budget, gli fu affidato a seguito delle  pressioni di Stewart sulla Universal International, dopo il rifiuto di Fritz Lang,  come compenso della bassa paga, in aggiunta ad una compartecipazione agli utili. Il successo di pubblico fu la sua fortuna. Il sodalizio Mann/Stewart (come protagonista) continuò con altri quattro western, uno più bello dell’alto: “ Là dove scende il fiume”, “Lo sperone nudo”, “Terra lontana” e “L’uomo di Laramie”. E pensare che James Stewart, già noto per essere stato protagonista in film diretti da Franck Capra e con “Nodo alla gola” di Hitchcock, per la sua figura allampanata, non veniva considerato un attore idoneo ad interpretare ruoli di rudo uomo del West.

Anthony Mann, con questa svolta fondamentale nella sua carriera, riesce, in modo innovativo, a dare una caratterizzazione a tutti i personaggi dei suoi film ed a inserire un’afflato epico , quasi biblico, alle vicende che propone, tenendo l’attenzione del pubblico costantemente tesa ed attenta. Asciutto e lineare offre costantemente opere di notevole spessore recitativo e simbolico. Le sue composizioni evidenziano, in modo netto, la differenza fra il male ed il bene e non è difficile riuscire ad immedesimarci nei personaggi che presenta.

 

Sulla trama

“Questa è la storia del fucile Winchester, modello ’73, il fucile che conquistò il West, un bene considerato tesoro da vaccai, fuorilegge, soldati e ministri di pace. Un indiano avrebbe venduto l’anima per possederne uno”.
Questo è il cartiglio d’inizio e subito si vede una vetrina con esposto il mitico fucile e dietro il cartello che annuncia i tre giorni di festa indetti a Dodge City per la celebrazione del suo centennale  “Centennial Rifle Shoot” 4 luglio 1876. Premio un Winchester ’73, definito “one of one thousand”,   in quanto nella produzione la Winchester  forniva, uno su mille, una versione di eccezionale caratteristiche tecniche e ,come rarità, posseduto da poche persone. Dodge City è diventata una grande città, ai confini della frontiera del West, notoriamente turbolenta, ma nel ‘76 gestita con mano di ferro, dietro un apparente bonarietà, dallo sceriffo Wyatt Earp (Will Geer). Sue le disposizioni di ritirare, durante il periodo dei festeggiamenti, le armi a tutti i visitatori e di allontanare Lola Manners (Shelly Winters), cantante e pianista , come possibile fonte di risse.
A Dodge City arrivano, dopo una galoppata a spron battuto, Lin McAdam (James Stewart) ed il suo amico “Sputalosso” High Spade (Millard Mitchell), ufficialmente per prendere parte alla gara, ma in realtà sono da tempo in viaggio all’inseguimento di un uomo, bandito ed assassino, verso cui Lin intende esercitare  opera di giustizia e di vendetta per le sue malefatte. E ci ha visto giusto perché l’oggetto della sua ricerca è proprio lì, sotto il nome di Dakota Brown (Stephen McNally).
 
La permanenza in città e lo svolgimento della gara è tutta da godere, quasi fotogramma per fotogramma. Tensione ed un certo grado di ironia tengono lo spettatore attento e divertito. La gara di tiro viene stravinta da Lin, ma non riesce a tenere l’ambito premio. Sarà l’inizio di  una serie di passaggi di mano che, se sono il filo conduttore del film, non sovrastano mai  la tensione legata alla caccia all’uomo che domina tutto il film.
Praticamente ad ogni passaggio si lega un episodio drammatico ed avvincente. Così l’acquisto al Riker’s Bar da parte di un mercante d’armi con gli indiani, Joe Lamont (John McIntire), dal mestiere scellerato, furbo e baro. La presa di possesso dell’arma da parte di Toro Bruno (Rock Hudson) mediante l’uccisione del mercante. L’attacco indiano, prima ad un piccolo carro malfunzionante ove si ritrova Lola con il codardo fidanzato, Steve Miller (Charles Drake) poi si preparano a distruggere uno sparuto gruppo di cavalleggeri, inviati di rinforzo a un  forte vicino, ma   bloccati e circondati dagli indiani e privi di speranze perché forniti di fucili monocolpo, contro gli automatici Harry e Spencer dei pellerossa. In questo piccolo manipolo di militari, giovani e sprovveduti, al comando del sergente Wilkes (Jay C. Flipper), vecchio ed inesperto, arrivano sia il piccolo carro di Lola sia Lin e “Sputalosso” E’ un altro momento del film da gustare ed apprezzare. Lin propone con estremo tatto suggerimenti tattici da impiegare durante l’imminente attacco da parte indiana. E’ evidente un suo trascorso militare. Contemporaneamente si comporta con gentilezza con Lola, che da quel momento comincia ad intravedere la differenza di statura morale tra Steve e Lin. Piccola parte di figurante la svolge (An)Toni Curtis, uno dei rincalzi, in una breve apparizione. Al mattino successivo gli indiani attaccano, ma, seguendo la tattica di Lin vengono respinti definitivamente dopo l’uccisione di Toro Bruno. Particolarmente divertente è il commiato.
Sergente: “Arrivederci, amico , e buona fortuna” e Lin “Ancora una cosa sergente. Da queste parti chi vince piglia tutto. Non è il caso di  lasciarli arrugginire tutti quei bei fucili” e Wilkers “Non ci avevo pensato…..Siete un uomo del mio stampo. Dovevamo avervi con noi a Burron, forse non saremmo scappati” E Lin“Voglio dirvi una cosa. Io ero con voi a Burron e c’era anche Sputalosso. Solo che eravamo dall’altra parte”.
Il Winchester viene trovato ed il sergente lo vorrebbe offrire a Lin, ma questi, con il suo amico è già lontano. Allora lo regala a Steve


 Il carro prosegue per la fattoria e, poco dopo che ci è arrivato, giunge Johnny “il biondino”, viscido e prepotente bandito, con la sua banda, inseguito dallo sceriffo e dai suoi uomini. Johnny, arrogante, umilia Steve, lo uccide e prende il Winchester. Con Lola lascia i suoi uomini nei guai e scappa verso il rifugio dove deve incontrare Dakota. Questi, visto il fucile, lo riprende con prepotenza. La banda deve effettuare un colpo alla corriera dell’oro che si reca a Tascosa. Al momento della rapina arrivano Lin e “Sputalosso”. Lin costringe Johnny a farsi dir dove si trova Dakota e, in un duello, uccide Johnny. Dakota cerca di scappare, non senza prima ferire Lola. Ma ormai Lin gli soffia sul collo.


Il finale è un duello all’ultimo sangue fa le montagne scoscese vicine a Tascosa. Sono scene memorabili, ove il b/n di William Daniels, eccellentemente usato per tutto il film, accentua la drammaticità degli eventi. Ma finalmente giustizia è fatta, la lunga ricerca è finita, il Winchester torna al legittimo proprietario. Si ha l’impressione che Abele abbia fatto giustizia su Caino, dal momento che i due contendenti sono fratelli.


Se vogliamo fare una considerazione l’arma ha portato sfortuna a chiunque ne sia venuto in possesso fraudolentemente. Anthony Mann riesce a confezionare, con lucidità, semplicità, impeccabilmente una storia dal sapore antico, basata sulla tenacia e giustizia. Non è un caso che il film sia stato oggetto di valutazioni entusiaste sia da parte della critica che del pubblico. Nella sua essenzialità vi trovano spazio momenti di generosità, di altruismo, di coraggio, di vigliaccheria, di cattiveria, di crudeltà, di falsità, miscelati sapientemente, nella giusta ed opportuna proporzione.Il ritmo sostenuto e la tensione costante sono altri elementi costanti nell’opera di Mann.  Anche se il film offre una visione violenta della vita nel West, questa rispecchia un periodo ed un ambiente ove gli uomini e le donne non possono fare a meno di adeguarsi alla sua natura pericolosa e selvaggia. Uomini giusti, ancorché violenti, vogliono però giungere ad una tranquillità e ad una pace interiore. Questa è l’immagine che intende dare alle sue opere ed ai suoi personaggi Anthony Mann. Voto 8,5

 

Sulla colonna sonora

All'inizio del film è particolarmente efficiente con la sua vivacità, quasi violenta, a preannunciare la drammaticità del film. In seguito si adegua in tono minore alle vicende che si presentano lungo il percorso narrativo

Cosa cambierei

Assolutamente nulla

Su Anthony Mann

Il regista, pur in un film western, raggiunge vette di drammaticità indimenticabili e crea, come per i film seguenti dello stesso genere, una figura di eroe epico ineguagliabile. E’ stato uno dei più grandi registi di western che Hollywood abbia potuto mettere in campo

Su James Stewart

Iames Stewart  offre una interpretazione dell’eroe manniano ineguagliabile, superba senza mai offuscare le prestazioni degli altri attori. E’ l’uomo adatto, forse l’unico in grado di esprimere tutte le sfaccettature del suo personaggio giusto, eroico, infaticabile vendicatore

Su Shelley Winters

Lola, pur nelle vesti di saloon-girl, è una creatura solida, capace i difendersi dalle advances maschili e nello stesso tempo sensibile, delicata ed altruista.

Su Dan Duryea

Johnny “il biondino”, dotato di un volto, purtroppo per lui, idoneo a personaggi viscidi e sostanzialmente vili, prepotente con i deboli e vigliacco con i forti, si conferma un attore di grande espressività

Su Stephen McNally

Dakota Brown è forse il meno riuscito dei personaggi del film, ma doveva, e ci riesce con apprezzabile capacità, coprire il ruolo odioso di bandito ed assassino

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati