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Pearl Harbor

Regia di Michael Bay vedi scheda film

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La recensione su Pearl Harbor

di trebby
10 stelle

Prima di scrivere la recensione devo dire che i film sulla battaglia di Pearl Harbor mi hanno sempre creato un certo disagio, il motivo di tale disagio è abbastanza semplice: il film infatti per forza di cose non può avere un lieto fine, in quanto quando finisce il film inizia una guerra sanguinosissima costata la vita a milioni di persone. Un altro film che mi crea un disagio simile è: ''il discorso del re'', un altro film che finisce quando comincia una guerra sanguinosissima. Detto questo devo dire che il regista per questo film ''indovinò totalmente il cast'': un superbo Ben Affleck attore decisamente simpatico e carismatico, un sobrio e mai sopra le righe Joss Hartnett, una bella e dolce Kate Beckinsale, un Alec Baldwin che più che un generale sembra un padre autorevole con i propri figli, un John Voight in stato di grazia, un Cuba Gooding Jr particolarmente ispirato, un ottimo Colm Feore, una pimpante Jennifer Garner ed infine un ottimo Dan Aykroid. Non è assolutamente semplice indovinare il cast, molti film sono letteralmente ''naufragati'' a causa della mediocrità del cast, questo film solo per la bravura del cast merita molto di più di un voto sufficiente. Il film riassume sia pure a grandi linee il profondo isolazionismo dell'America del 1941, un isolazionismo tornato in auge solo con Obama nel 2009. In molti giustamente accusano gli americani di aver sganciato sui civili giapponesi due bombe atomiche, per motivi futili non legati direttamenta alla guerra. Il Giappone infatti nel estate del 1945 aveva già perso la guerra, gli americani sganciarono le due atomiche per dare una prova di forza ai sovietici. Tuttavia il Giappone di quegli anni era retto da una dittatura militare, militarista, nazionalista, imperialista, neocolonialista, razzista e fascista e da un imperatore che si proclamava una divinità. Lo scopo dei giapponesi era cercare uno spazio vitale in Asia creando un impero di dimensioni bibliche. A farne le spese per primi furono i cinesi invasi, bombardati, trucidati, massacrati ed utilizzati come cavie da laboratorio. Il presidente Franklin Delano Roosvelt che sapeva che i nipponici si stavano macchiando di crimini di guerra, crimini contro l'umanità e forse genocidio contro i cinesi, si limitò ad imporre un embargo di carbone e petrolio contro il Giappone sperando di bloccare la macchina da guerra nipponica. I giapponesi risposero affondando la flotta americana del pacifico ancorata a Pearl Harbor, il presidente Roosvelt che probabilmente anzi direi sicuramente si aspettava un attacco del genere dichiarò guerra al Giappone. Nel scena della dichiarazione di guerra emerge la necessità di rendere giustizia ai 3000 figli della ''meglio gioventù americana'' periti a Pearl Harbor, in una logica cara alla destra moderata e laica secondo la quale il capo del governo deve comunque garantire gli interessi dei propri concittadini, un pò come la questione dei marò prigionieri in India. Non c'è alcun tipo di retorica nazionalista e militarista, ma bensì la volontà di agire negli interessi della nazione anche se può sembrare eigoista e fazioso. Il film dipinge saggiamente il clima di profondo smarrimento e disorientamento degli americani dopo l'eccidio di Pearl Harbor, quasi che per gli americani del 1941 la battaglia fosse stata una ''strage di via Fani'' moltiplicata per diecimila. Nella scena del bombardamento di Tokyo si annusa quel desiderio di vendetta, rappresaglia, ritorsione e rivalsa che caratterizzò pure i britannici intenti a bombardare le città tedesche tra il 1942 ed il 1945; la volontà di reagire ad un'offesa e ad un torto subito da parte del nemico. I britannici forse volevano vendicare i 43000 morti civili della battaglia d'Inghilterra, gli americani i 3000 morti di Pearl Harbor. Una mentalità un pò difficile da comprendere oggi. Sullo sfondo la profonda storia d'amicizia virile tra i due protagonisti, un'amicizia così forte da resistere pure anche quando i due protagonisti s'innamorano della stessa ragazza. Io direi che più una storia d'amore è una storia d'amicizia virile. Sicuramente il regista ha avuto il coraggio d'infilare elementi da soap opera in un film di guerra, ma nella storia del cinema molto spesso le storie romantiche hanno scenari tragici o apocalittici. Magari il risultato non è stato quello di produrre un nuovo ''via col vento'', ma si può apprezzare anche solo l'intento.

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