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Chiara

Regia di Susanna Nicchiarelli vedi scheda film

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La recensione su Chiara

di titabellini
2 stelle

A parte le bellissime località in cui è stato girato (prevalentemente la stupenda chiesa di San Pietro a Tuscania), la spettacolarità e dovizia di costumi e l'ottima interpretazione di Luigi Lo Cascio (Papa Gregorio IX), per il resto è un film assolutamente insignificante per sceneggiatura, interpretazioni, dialoghi, recitazione, scelte registiche.

Ancora non rieso a capacitarmi di come una regista di cui avevo molta stima come Susanna Nicchiarelli, dopo gli ottimi “Cosmonauta”, “Nico”, “Miss Marx”, abbia potuto realizzare un pessimo film come “Chiara”, purtroppo immeritevolmente in concorso a Venezia 2022 e putroppo in uscita nelle sale dal 7 dicembre 2022. A parte le bellissime località in cui è stato girato (prevalentemente la stupenda chiesa di San Pietro a Tuscania), la spettacolarità e dovizia di costumi e l'ottima interpretazione di Luigi Lo Cascio (Papa Gregorio IX), per il resto è un film assolutamente insignificante per sceneggiatura, interpretazioni, dialoghi, recitazione, scelte registiche e aspetto degli attori. Ma procediamo con ordine. La scelta di un personaggio “difficile” come Santa Chiara dà l'impressione di esser attribuibile, più che a una sincera affezione al personaggio, a un desiderio di “captatio benevolentiae” in un ambito religioso-clericale finora estraneo agli intenti della Nicchiarelli; infatti l'aspetto di gran lunga più importante e rivoluzionario della vita di Santa Chiara, la fondazione del primo ordine monastico femminile in duro contrasto con il Papa, è relegato a pochi minuti nel film, che espone quasi esclusivamente aspetti banali poco rilevanti e puramente sentimental-spettacolari. La recitazione dei due protagonisti, Margherita Mazzucco (Chiara) e Andrea Carpenzano (Francesco), è assolutamente indegna, insulsa ed inespressiva, con un linguaggio che, nonostante le pretese di ricerca storico-linguistica, sembra totalmente fuori luogo: una sguaiata parlata ciociaro-romanesca (Chiara che si rivolge a Francesco dicendo “A Francè...” oppure “Nnammo a magnà” non sembra molto verossimile). Nemmeno Andrea Carpenzano (Francesco) si salva; l'aspetto e la parlata da “coatto” borgataro romanesco sono totalmente fuori luogo; gli mancano solo un orecchino o un piercing o qualche tatuaggio.

Inoltre anche molti personaggi secondari sono totalmente non credibili: una vecchia suora morente con una impeccabile pettinatura da chauffeur e una perfetta dentatura da perfetta detartrasi non sembra molto conforme alle presumibili condizioni di una vecchia nel medioevo! Insomma un film assolutamente deludente, che spesso sfiora il ridicolo, la cui imminente uscita nelle sale sembra, purtroppo, esser immeritevolmente tenuta in palmo di mano da più di un organo di stampa e diffusione, anche in campo cristiano-ecclesiale.

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