Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Un Horror nei meandri di una Chiesa che ora come allora, è pervasa e infiltrata dei miasmi della cattiva coscienza e dello sfruttamento intensivo del senso di colpa, del peccato, per soggiogare le fragili menti umane. In confronto il Dan Brown di Angeli e demoni è Liala. Con la fondamentale differenza che tutto quanto raccontato in Rapito è storicamente accertato con uno scrupolo filologico, quasi maniacale. Lo stile del film è di una potenza inaudita, come sempre nell'ultimo Bellocchio. Il regista sta vivendo superati gli ottanta una primavera espressiva degna di Bunuel. Infilare in tre anni tre capolavori come Il Traditore, Esterno Notte, Rapito, senza scorciatoie narrative o espressive, ma con la volontà assoluta di analizzare la Storia, per capire e decifrare il presente, testimonia in Bellocchio il più fertile e giovane dei registi italiani di oggi.
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