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Tesis

Regia di Alejandro Amenábar vedi scheda film

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La recensione su Tesis

di degoffro
8 stelle

Il primo film per il cinema di Alejandro Amenabar, datato 1996 ma distribuito in Italia dalla Lucky Red solo nel giugno 2001 per preparare il pubblico a "The others" lanciato dalla stessa casa distributrice nel settembre del medesimo anno, è un thriller con i fiocchi, assai più efficace, serrato ed angoscioso degli analoghi prodotti statunitensi (leggi "8mm" di Joel Schumacher), ed incentrato sul tema, scabroso ed oscuro, degli snuff movies, poco frequentato al cinema (vengono in mente solo "The brave" di Johnny Depp e "Gli occhi del testimone" di Anthony Weller). Scritto dal regista con il fido Mateo Gil, "Tesis" ha una struttura narrativa solida e funzionale, ricca di colpi di scena ben assestati, può contare su una tensione e una suspence che mai si attenuano, garantendo un coinvolgimento assoluto, è recitato assai bene da una intensa e palpitante Ana Torent, ma anche dai suoi due partner maschili l'enigmatico Fele Martinez e l'ambivalente Eduardo Noriega (questi ultimi due ancora insieme per Amenabar in "Apri gli occhi"), evita facili e fastidiose derive morbose, non inquadrando quasi mai le immagini dei film snuff, ma limitandosi a farle tragicamente intuire (quelle grida soffocanti che Angela registra persino su cassetta per poi riascoltarle sono terrorizzanti). Almeno tre sequenze sono congegnate come Dio comanda: il lungo inseguimento di Angela tra i corridoi dell'Università (anche se appare un pò forzata e facile la coincidenza per cui la ragazza vede in mensa una videocamera del tipo di quella che potrebbe essere stata usata per riprendere il video snuff, e, puntualmente, il suo proprietario risulterà invischiato nella vicenda), il percorso notturno tra i cunicoli sotterranei dell'Università, illuminati solo con dei piccoli fiammiferi, con Chema che intrattiene una spaventatissima Angela raccontandole il bellissimo e toccante "Il compleanno dell'Infanta" di Oscar Wilde, la terrificante resa dei conti al garage. C'è poi una inquietante scena, magnificamente sospesa tra sogno e realtà (quella in cui Bosco entra in casa di Angela di notte e la minaccia con un coltello per poi sedurla) che anticipa il successivo, fascinoso "Apri gli occhi". E una sequenza assai ironica e brillante (quella alla mensa in cui Chema si avvicina ad Angela per capire cosa vuole da lui, con il primo che ascolta musica hard rock, la seconda invece musica classica in un contrasto di caratteri e personalità evidenziato in modo originale e simpatico). Oltre all'ottimo intrattenimento di genere, condito da un'intrigante e riuscita ambiguità di fondo, rappresentata dai convincenti personaggi maschili di Chema e Bosco, "Tesis" è anche un'interessante ed intelligente riflessione sul voyeurismo ossessivo dello spettatore, allo stesso tempo attratto e respinto da immagini macabre e violente, il tutto sintetizzato in modo splendido nel notevole incipit (Angela si avvicina ai binari della metropolitana per vedere il corpo dell'uomo che si è ucciso, gettandosi sotto il treno), e suggellato dal finale in cui la tv manda in onda in diretta le immagini dello snuff movie, catalizzando l'attenzione di un pubblico rapito, a cui viene effettivamente dato quello che vuole, come diceva all'inizio del film il professor Castro in una lezione all'università sullo stato del cinema. Forse c'è un eccesso di lunghezza (a conti fatti proprio il personaggio di Castro non è essenziale ed infatti viene liquidato in modo quasi sbrigativo) e di sfoggio cinefilo. Inoltre il gioco metacinematografico e la riflessione sui limiti e sull'etica nella filmabilità della violenza sono, a tratti, fin troppo espliciti e ridondanti (a differenza, per esempio, di "Funny games" di Michael Haneke). Paragonare però "Tesis" ai teen college horror americani è ingeneroso e sbagliato: Amenabar infatti dimostra fin da subito di non essere un pivellino ed i successivi "Apri gli occhi" e "The others" ne saranno una strabiliante conferma. Adeguate musiche "di paura" (firmate dallo stesso regista con Mariano Marin), ottima fotografia di Hans Burman. Curiose analogie infine, nella prima parte, con il fenomeno "Ringu": come nel film di Nakata, che comunque è successivo, c'è una videocassetta che uccide e, la prima vittima, il professor Figueroa, viene trovato dalla protagonista con gli occhi sbarrati dopo la visione del film, esattamente come accade alle vittime di Sadako. E anche le locandine internazionali, incentrate su un occhio (terrorizzato in "Tesis", terrorizzante in "Ringu") in un certo qual modo si richiamano. Vincitore di 7 premi Goya (film, sceneggiatura originale, regista esordiente, attore rivelazione - Fele Martinez - montaggio, suono, direzione di produzione).
Voto: 7+

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