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Dicono di te

Regia di Umberto Carteni vedi scheda film

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La recensione su Dicono di te

di mm40
2 stelle

Giancarlo, dispotico autore televisivo di successo sulla cinquantina, riceve l'inaspettata visita di un cugino che non vede da tempo. L'uomo, diversissimo da lui, lo soggioga rapidamente convincendolo a sottoporsi a un rito tramite il quale verrà a conoscenza di ciò che le persone dicono di lui alle sue spalle. Naturalmente sarà uno sfacelo e Giancarlo si renderà conto di quanto la sua vita sia stata in realtà un immenso fallimento.


Da un lato c'è un racconto classico, fin troppo trasparente nelle sue dinamiche, improntato sulla falsariga del Canto di Natale di Dickens: il protagonista osserva la sua vita dal di fuori (attraverso ciò che gli altri dicono di lui) e ha modo di apprendere dai propri errori; dall'altro lato c'è invece una sana, sanissima voglia di criticare dall'interno il dorato mondo della televisione (il film è una coproduzione Rai Cinema) mettendo in scena una serie di situazioni discutibili che possono accadere dietro le quinte di una trasmissione – intento secondario, ma sicuramente più stimolante e originale. Chiaramente in Dicono di te prevale la solita, per questi anni, componente autoassolutoria che fa finire tutto a volemosebbene, pur tra frecciatine e risibili punzecchiatine: il risultato è un prodotto blando negli argomenti e dalla messa in scena curata appena quanto basta, con un protagonista valido, ma che troppo gigioneggia come Max Giusti, e una spalla ben più incisiva e convincente quale Paolo Calabresi. Attorno al duo troviamo poi Ilaria Spada, Platinette/Mauro Coruzzi (che ci ricorda che avrebbe meritato più spazio al cinema), Manuela Zero, Gabriele Corsi, il comico Dado in poco più che un cameo e in una divertente particina autoreferenziale Pupo/Enzo Ghinazzi. Soggetto e sceneggiatura di Igor Artibani, Giuliano Rinaldi e Max Giusti; regia di Umberto Carteni, al quarto film in quattro anni da Divorzio a Las vegas (2020). 2,5/10.

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