Regia di Andrew Adamson, Vicky Jenson vedi scheda film
A quasi vent'anni di distanza dall'uscita, il primo Shrek soffre un livello tecnico già mediocre ai tempi ed invecchiato ancora peggio. Con tutte le attenuanti, e considerata anche l'imprevidibilità del successo che poi avrebbe avuto, i fondali poco dettagliati e la palette di colori limitata sono gli unici difetti imputabili a questo capolavoro dell'animazione contemporanea.
Un'opera capace di citare e rimaneggiare un vasto repertorio fiabesco, ironizzando e creando a sua volta un nuovo archetipo e personaggi destinati a rimanere nell'immaginario collettivo. In particolare, Ciuchino e la principessa Fiona fanno la voce grossa e agli sceneggiatori va il merito di aver scritto un film basilare dal punto di vista narrativo, ma pregno di una comicità adatta sia agli infanti che agli adulti, i quali non possono non cogliere le numerose battute a sfondo sessuale. Notevole. Oltre che un punto di non ritorno per il cinema d'animazione, una pietra miliare della comicità. Il tutto senza rinunciare ad un messaggio per niente scontato e, soprattutto, non didascalico: l'accettazione di se stessi come unica via per la felicità, ridimensionando allo stesso tempo l'idealistico bacio del principe azzurro e relativizzando la bellezza estetica.
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