Regia di Bernard Rapp vedi scheda film
Questo film narra la storia della graduale dipendenza di un ragazzo, Nicolas, da un ricco uomo d’affari, Delamont, e del dominio psicologico che questi riesce ad esercitare sul ragazzo. Praticamente “Il servo” al contrario. Infatti, mentre ne “Il servo”, il maggiordomo prende il sopravvento sul padrone, ribaltando il normale rapporto di classe e portando a termine la sua piccola rivoluzione personale, qui è il ricco uomo d’affari che tenta la sopraffazione del giovane cameriere.
Il film, che è tutto incentrato sui rapporti psicologici tra di due protagonisti, è condotto come fosse un thriller psicologico, intrigante, pieno di pathos e tensione. Lo spettatore cerca di capire cosa voglia veramente Delamont da Nicolas e fino a dove è disposto a spingersi Nicolas. Ma rispondere a queste domande non e’ facile, perché ad ogni nuovo episodio la prospettiva cambia leggermente, quello che si credeva di aver capito diventa improvvisamente non piu’ logico. Ogni nuovo episodio del loro rapporto è originale, a parte un paio di particolari. Il continuo slittamento di piani e prospettive offre un ampio spettro di interpretazioni. Il film puo’ essere visto come: un film sociale, un thriller, un film d’amore, un gioco al massacro, un noir psicologico, in cui dominano gli ambienti chiusi, il buio, la costrizione, il graduale annullamento della personalità e della liberta’ Il rapporto con il cibo, la passione per piatti ricercati e raffinati da gustare fino al piu’ recondito aroma, che ha un ruolo importante nella storia, ha una parte nel gioco di seduzione e sensualita’.
Oserei definirlo un film avvincente, malgrado sia praticamente statico: essenzialmente basato sul dialogo, sugli sguardi, sui silenzi. In definitiva, il film è ben diretto, ben recitato, intrigante, interessante e sorprendente.
Nulla.
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