"Bravo ma non si applica"
Già all'ingresso del cinema guardiamo con gli occhi meravigliati, gruppi variegati di spettatori e sorpattutto spettatrici (piu'o meno adolescenti) in fila davanti lo sfondo fotografico di BARBIE per una foto ricordo. Non lo sapevamo ma già eravamo entranti nel mondo di Barbie-land... e anche in sala il rosa la fa da padrone.
Inizialmente ci sentiamo un po' fuori posto e pensiamo di aver totalmente cannato il tipo di film, immaginando (temendo?) ormai un live action stile la Sirenetta - Disney di "Barbie e la magia di pegaso" o similari.
Poi però dopo una citazione filmica importante, il film ci presenta la "magnifica" vita di Barbie-Stereotipo, che non facciamo molta fatica ad accomunare al mondo stereotipato e "perfetto" che spesso ci viene presentato dai social. I capelli sono "perfetti" già al mattino al risveglio cosi come il viso senza trucco, l'acqua della doccia ha una temperatura "perfetta", anche i toast sono "perfetti": un mondo patinato che ci viene presentato spesso sotto forma di una bellissima torta di un qualsiasi food blogger o le foto di qualche influencer sui vari FB o TT
Ma un giorno qualcosa cambia e questo mondo patinato di Barbie-Stereotipo comincia sempre di piu' a essere simile al mondo reale "imperfetto". Da li' inizia il viaggio, piuttosto divertente devo dire, di Barbie -Stereotipo e del "suo" KEN per cercare di ritornare alla "Perfezione" perduta della propria vita e in realtà poi imbroccando tutt'altra strada che evito di spoilerare.
Fin qui potrebbe sembrare una satira scontata della società ma la regista Greta Gerwig il co-sceneggiatore Noah Baumbach si spingono un po' piu' lontano rendendo il film quanto piu' attuale e in questa stereotipizzazione includono anche le varie etichette che possono essere affibiate ad una donna, pardon ad una Barbie,l'Avvocato, la Presidentessa, il Medico etc etc.
Come se i due, Gerwin-Baumbach, volessero abbattere le sovrastrutture che sono state costruite nel tempo per incasellare nella "giusta" direzione le ragazzine ( inizialmente come mamme con le bambole di cui prendersi cura, poi come novelle Miss Perfezione con le prime Barbie e successivamente come donne in carriera nelle varianti Barbie dottoressa, ingegnere etc etc ) e individuassero nella normalità la vera unica strada con accezione universalistica. Il tema non è semplice e l'obiettivo finale forse molto alto ma riescono in qualche modo a cavarsela anche se non in maniera del tutto convincente.
In tutto questo la parte piu' interessante del film è per me la descrizione del genere umano di sesso maschile impersonato da Ken, il quale ci presenta un personaggio inzialmente lasciato un po' ai margini da Barbie-Sterotipo esistendo quasi come uno dei tanti accessori ma che poi come un moderno "braveheart" si prende la scena anche grazie all'attore che lo interpreta Ryan Goslin, bravissimo e mai scontato nei ruoli che sceglie ( chi ha detto Lars è una ragazza tutta sua e la la land?). Tuttavia alla fine il suo arco narrativa rimane incompleto come se a fronte di una Barbie forte nell'aver trovato la propria strada, Ken invece ancora non avesse trovato il suo posto nel mondo
Certo il film presenta diverse punti deboli come per esempio il ruolo della figlia del personaggio di America Ferrera e la sua svolta un po' naif per cosi dire , o il divertente personaggio di Michael Cera o i capi della Mattel ( grande punto interrogativo) ma il film è piacevole e si offre come un discreto divertissement. Si poteva e doveva sicuramente osare di piu'
Margot Robbie perfetta nel ruolo ma un grande applauso va a chi ha curato scenografie e coreografie che hanno reso la fantasia realtà. Alla fine ci facciamo prendere anche noi da questo mondo "pop" color rosa e finiamo con crearci i nostri avatar a tema Barbie con l'IA
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