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About Adam

Regia di Gerard Stembridge vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su About Adam

di degoffro
8 stelle

Commedia irlandese sofisticata eppure irriverente, beffarda, maliziosa e scorretta. Esattamente come il suo protagonista, il fascinoso ed impudente Adam, giovanotto abile e scaltro nel sedurre le tre figlie di Madame Owens, portando all'altare la bella Lucy di cui ha preso alla lettera il desiderio ("Lucy desidera che io frequento la famiglia", dice infatti a una delle sue sorelle) tanto che anche David, l'unico maschio di casa, non rimane insensibile alla sua avvenenza così da arrivare a temere di essere diventato gay nella spassosa sequenza in cui, a letto con Adam, resta incredulo ed allibito di fronte al fatto che "mi sta venendo un erezione per Adam". La morale di questa favola romantica sbarazzina, spudorata, cinica ed anche molto audace (il promesso sposo, per esempio, fa sesso con la cognata un'ora prima delle nozze) è piuttosto spregiudicata e anticonvenzionale, certo discutibile ed opinabile: nel rapporto di coppia, per rendere il tutto più misterioso ed eccitante, meglio tenere per sé qualche piccante segreto. Il rivelarli potrebbe essere scioccante e deleterio per la felicità e la stabilità della coppia (buffa e vivace in questo senso la sequenza in cui Alice e Laura, il giorno delle nozze, si premurano di convincere la sorella Lucy a non rivelare al futuro marito di essere andata a letto con l'ex fidanzato Simon in un momento di debolezza). Del resto, come dice mamma Owens "gli uomini noiosi sono la disgrazia del mondo e ce ne sono fin troppi: la ragazza che riesce ad evitarli ha l'occasione della sua vita!". Inevitabile che di fronte ad un film del genere occorra stare al gioco, altrimenti tutto risulta irritante, improbabile e decisamente poco etico. Se però si accetta la disinibita e sfrontata idea di fondo il divertimento è garantito anche dall'eccellente gioco di squadra degli attori. Tra essi spiccano la frizzante e deliziosa Kate Hudson (tutte le molteplici e più fortunate commedie romantiche che ha interpretato successivamente sono ben peggiori di questa, perché troppo ricalcate su stereotipi ammuffiti e monotoni), l'irresistibile Frances O'Connor, nei panni dell'intellettuale ed inibita Laura, trasformata radicalmente dall'incontro con Adam tanto da scrivere una tesi di laurea sull'esplicito tema donne e sesso e trovare l'amore del suo relatore (esilarante la sequenza in cui intravede al centro commerciale sulla scala mobile Adam e, trepidante, agitatissima ed incontrollabile, cerca di raggiungerlo, di fronte alle perplessità della sorella maggiore Alice), la splendida Charlotte Bradley che interpreta Alice, rassegnata ad un matrimonio infelice con Martin, uno dei tanti uomini noiosi di cui parla la madre e la sola che ha il coraggio di chiedere ad Adam il perché del suo disinvolto agire (da menzionare l'episodio in cui, mentre prova un elegante abito rosso dal costo proibitivo, afferma sorniona: "La parte che preferisco è la faccia di Martin quando vede il conto!"). Su tutte però da segnalare il vero protagonista Stuart Townsend, sguardo malandrino, accattivante, enigmatico e molto furbo (vedi l'ultima esplicita immagine su cui si chiude il film, lasciando saggiamente aperto alle più svariate possibilità il seguito) a cui è difficile resistere, anche perché, come candidamente ammette lui stesso, "mi piace dare alle persone quello che vogliono, che possa renderle felici, è quasi naturale per me!". Con scioltezza e spontaneità, senza inutili rimorsi, come se fosse un gioco, unicamente per il proprio piacere personale, adeguandosi con abilità e competenza alle circostanze, ai gusti ed alla personalità dei suoi interlocutori. Il fatto che nella vita abbia conquistato la meravigliosa Charlize Theron vorrà pur dire qualcosa. Scritto in modo brillante, scanzonato e fresco dal sorprendente ed eclettico regista Gerard Stembridge, già sceneggiatore anche di "Un perfetto criminale" con Kevin Spacey dello stesso anno e che passa dai toni cupi e torbidi del suo esordio, "Guiltrip - La colpa" a quelli più leggeri, pepati e goliardici di questa pungente ed arguta commedia, "About Adam" gioca molto bene sugli sguardi complici dei suoi affiatati protagonisti (la spiritosa scena in cui Lucy al locale chiede ad Adam di sposarla, vista dalle prospettive diverse ed opposte delle tre sorelle, i provvidenziali gemelli della camicia grazie ai quali Adam riesce a giustificare a David la presenza inopportuna della sorella Alice a casa sua un'ora prima delle nozze, il finale fuori dalla chiesa con Adam a baciare ed abbracciare tutta la famiglia Owens) ricordandoci con intelligenza e disinvoltura quanto a volte davvero la vita possa essere esilarante. Del resto lo stesso regista ha affermato: "Il tradimento e l'immoralità sessuale in assoluto, non sono né buoni né cattivi, ma solo importanti ai fini delle relazioni tra i vari personaggi per l'effetto che avranno su di loro. Nonostante il fatto che Adam compia delle azioni che potrebbero essere considerate assolutamente immorali, e le ragazze facciano cose altrettanto meschine, le conseguenze che ne derivano sono comunque abbastanza positive. E questo è quello che accade il più delle volte nella vita". Non un capolavoro, ma pur sempre una commedia che, frivola e superficiale quanto si vuole, sa anche essere bizzarra, originale e divertente. Pregevole l'ambientazione in un'inedita Dublino, "ventosa, piovosa e solare, deliziosamente incostante come un innamorato." (Eleonora Saracino) Non poche analogie con "Teorema" di Pasolini e "Belle epoque" di Fernando Trueba, ma può anche essere visto come la versione, a ruoli capovolti, del delizioso "Martha da legare" di Nick Hamm, dove è la spigliata Martha a sedurre contemporaneamente tre amici maschietti. Rifatto in Corea del Sud nel 2004 da Hyeon-Su Jang. Sui titoli di coda "Sisters" cantata da Peggy Lee. Curiosa e simpatica infine la classificazione delle auto secondo Adam: "la rolls royce per la classe, la mercedes per il confort, la jaguar per il sesso in auto." Parola di seduttore doc: c'è da credergli.
Voto: 6/7

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