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L'innocente

Regia di Louis Garrel vedi scheda film

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La recensione su L'innocente

di pazuzu
7 stelle

Il film di Garrel ha dalla sua una manciata di dialoghi ben scritti nel contesto di una sceneggiatura che mescola la commedia all'action movie, lambendo territori quasi noir e mantenendo una robusta nota sentimentale, e che ha il pregio non indifferente di riservare il meglio per la seconda parte.

 

 

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Abel è un ittiologo trentaduenne, ed è legato da un'amicizia sincera e profonda a Clémence, una cara amica della defunta compagna, persa in un incidente. Sylvie, sua madre, di anni ne ha sessanta, ha un passato da attrice e un presente a far laboratori teatrali nelle carceri: e proprio in carcere individua in Michel, un (ex) rapinatore con del talento innato per la recitazione e sul punto di uscire con la condizionale, l'uomo dal quale ripartire.
Quando mette il figlio di fronte al fatto quasi compiuto, con il matrimonio ormai imminente e anche una vita professionale tutta nuova da condurre insieme già pianificata, in lui si accende la spia del pericolo, e mosso dal bisogno di proteggerla inizia a pedinare il neo patrigno ex galeotto, scoprendo dettagli che nemmeno lei sa, iniziando a modificare la propria prospettiva sul loro amore, e man mano a rivalutare l'uomo e al tempo stesso riconsiderare il proprio ruolo nella vicenda.

 

 

L'Innocent, quarto film da regista di Louis Garrel (anche protagonista), giunge dopo il terribile La Croisade, nei confronti del quale rappresenta un paio di passi decisi in avanti. Lungi dall'essere un capolavoro, il film di Garrel ha dalla sua una manciata di dialoghi ben scritti nel contesto di una sceneggiatura che mescola la commedia all'action movie, lambendo territori quasi noir e mantenendo una robusta nota sentimentale, e che ha il pregio non indifferente di riservare il meglio per la seconda parte, grazie a un'idea brillante fatta fruttare a dovere (la finta lite al ristorante - sulla quale è bene non spoilerare - prima provata in privato e poi messa in pratica in pubblico).
In un film nel quale la recitazione assume un ruolo fondamentale, notevole appare l'alchimia tra gli attori, con la palma della migliore che va all'iper-espressiva Noémie Merlant (nel ruolo di Clémence), che, con lo stesso Garrel (Abel) come utile spalla, in uno dei momenti migliori del film quasi fa il verso (senza l'orgasmo) alla Meg Ryan della celebre scena di Harry, ti presento Sally.

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