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Pacifiction - Un mondo sommerso

Regia di Albert Serra vedi scheda film

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La recensione su Pacifiction - Un mondo sommerso

di alan smithee
8 stelle

Ci sono trame misteriose nel paradiso terreste di Tahiti. O piuttosto tutto è frutto di una diffusa suggestione popolare? Il "re" dell'isola indaga e viaggia senza sosta per appurare e rassicurare, in un film ambiguo che pare una spy-story a metà, e che conferma Serra come uno degli autori più intransigenti e affascinanti del momento.

Benoît Magimel

Pacifiction (2022): Benoît Magimel

FESTIVAL DI CANNES 75 - CONCORSO

Tra i film del Concorso di Cannes 75, grande attesa era riservata all’ultima fatica cinematografica di un autore amato dai cinefili più intransigenti, come è senz’altro lo spagnolo Albert Serra, che sulla Croisette ha portato la sua torbida spy-story, Pacifiction, ambientata nel paradiso tropicale di Tahiti, splendido arcipelago circondato dall’imponenza delle onde dell’Oceano Pacifico.

Pacifiction conferma Serra come uno degli autori più colti e originali del panorama cinematografico d’autore europeo.

Col suo perenne doppio petto bianco latte, con cui non si cura se accentua i tratti di una fisicità opulenta che tende a straripare, De Roller, l’Alto Commissario della Repubblica di Tahiti, ovvero una sorta di governatore delle isole, e il legale rappresentate del governo francese sulle colonie, non conosce sosta, quando si tratta di sondare gli umori di una popolazione che, da qualche tempo, pare un po’ in ansia per alcuni strani avvistamenti in mare, che farebbero pensare a esercitazioni militari in incognito, probabilmente con l’utilizzo di sommergibili dotati di potenziale nucleare.

Nel suo instancabile peregrinare tra una location incantevole e l’altra, utilizzando ogni genere di mezzi di trasporto, partecipando a manifestazioni anche in prima persona, lo zelante uomo di Governo cerca di calmare le acque, di rassicurare, di capire cosa è vero o cosa risulta frutto di fantasie popolari.

Intanto cerca anche di avere conferme ufficiali da un alto ammiraglio che, al contrario, pare nicchiare e perdersi nei festeggiamenti e nelle danze di serate al chiaro di luna, ove i corpi seminudi spesso attraenti dei nativi ispirano a farsi coinvolgere in ben altre avventure di più immediata soddisfazione.

Ma De Roller, che viaggia senza sosta accompagnato dalla sua zelante e piuttosto attraente segretaria transessuale, non si arrende e prosegue il suo percorso diplomatico, smussando polemiche e atteggiamenti ostili, utilizzando tutto il suo carisma per ostentare una serenità compatibile con quell’ambiente paradisiaco che regna incontrastato su tutto l’arcipelago in capo al mondo.

Benoît Magimel

Pacifiction (2022): Benoît Magimel

Noto ai cinefili per le sue riletture in chiave minimalista e poetica di celebri opere del passato, come il Don Chisciotte di Honor de Cavalleria, la Natività de Il canto degli uccelli, e la rivisitazione del mito di Nosferatu nell’affascinante The story of my death, che valse all’autore il Pardo D’Oro al Festival di Locarno nel 2013, Albert Serra non finisce di stupire ed esaltare i suoi ammiratori.

Incurante di rendersi accessibile a un pubblico un po’ meno selezionato, l’autore spagnolo cambia radicalmente lo sfondo storico che, fino ad ora, aveva prediletto vicende di epoche passate, spostandosi per la prima volta a filmare la contemporaneità.

Non a caso, probabilmente, la natura e l’isolamento che l’Oceano Pacifico finisce per garantire alla piccola isola di Tahiti e a quelle confinanti, si trasformano in un microcosmo ove tornare a parlare di regnanti (come avvenne nel 2016 per il Re Sole interpretato da Jean Pierre Leaud in La mort de Louis XIV), e di rapporti tra governo e popolazione, soprattutto quando si teme che il primo abbia qualcosa di pericoloso da nascondere, o si crea la necessità per dimostrare che tutti i timori sono inutili e irrazionali paure senza concreto fondamento.

Pacifiction permette al leonino, superbo Benoit Magimel di impadronirsi non solo del ruolo, ma pure dell’intero film, lasciando solo spazio alla maestosità di una natura che trova nella forza delle onde del mare la sua più potente rappresentazione.

La lunga scena della osservazione sul campo delle immense onde oceaniche che si rifrangono fragorosamente in determinato punto al largo della costa, monitorato da barche, fotografi e surfisti, oltre che il fulcro centrale del film, finisce per essere una delle scene più suggestive e indimenticabili di tutto il festival 2022.

 

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