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EO

Regia di Jerzy Skolimowski vedi scheda film

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La recensione su EO

di mm40
6 stelle

Eo è l'asinello di un circo. La sua padroncina, una circense, rappresenta il suo mondo. Fino a che un burocrate troppo zelante decide di requisire l'animale, rinchiudendolo in una stalla da cui molto presto Eo scappa. Dopo aver vissuto un vagabondaggio pieno di brividi, l'asinello si ritrova caricato a forza su un camion diretto in Italia.


Au hasard Balthazar è un'altra cosa, fortunatamente – di film insostenibili alla visione come lo straziante capolavoro di Bresson è opportuno non farne altri. Jerzy Skolimowski tributa la pellicola appena citata in maniera fin troppo evidente, nonché dichiarata nelle interviste promozionali, eppure nei crediti di Eo la sceneggiatura risulta di Skolimowski e di Ewa Piaskowska, senza alcun tipo di riconoscimento verso Bresson. Vincitore del Premio della giuria a Cannes, candidato come miglior film internazionale agli Oscar, Eo è a tutti gli effetti una sorta di spin-off – più ancora che un semplice sequel – di Balthazar: è un lavoro che ricalca idealmente il tracciato del suo predecessore, ma che offre nuovi stimoli, nuove sfide e in definitiva una nuova contemporaneità, risultando inoltre maggiormente empatico nei confronti del protagonista. Il claim del film, del resto, è “Una favola poetica sull'empatia” (e chi scrive se ne è accorto soltanto dopo aver pensato alla frase precedente, ndr). E, soprattutto, ciò che più differenzia i due film è il ruolo allegorico dell'asino: se in Balthazar era un moderno 'povero Cristo', qui è più genericamente il bambino che è dentro di noi, dentro tutti noi, perennemente alla ricerca del tempo perduto e delle carezze della madre – invano, si capisce: il che rende sufficientemente intensa anche la visione dell'opera di Skolimowski. Tra gli interpreti anche Isabelle Huppert e l'italiano Lorenzo Zurzolo. Ben assestato l'inquietante finale. 6,5/10.

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