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La mummia. Il ritorno

Regia di Stephen Sommers vedi scheda film

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La recensione su La mummia. Il ritorno

di Rosencrantz
4 stelle

Negli articoli che si trovavano a parlare di questa pellicola, è capitato spesso di trovare la frase "squadra che vince non si cambia", riferendosi al fatto che in questo sequel si ritrova interamente il cast del precedente assieme a qualche nuovo arrivo, ma potrei aggiungere che ritroviamo i soliti, madornali errori storici e geografici che tanto fecero rizzare i capelli agli appassionati di Egittologia all'epoca del primo film. É ormai chiaro come, in nome della spettacolarità che vuole tutti i monumenti più famosi riuniti in un unico sito, agli autori poco importi della veridicità e che, come già dissi allora, in fondo questa conti poco quando la pellicola punti interamente su una storia di per sè già piena zeppa di "licenze": certo, spostare i siti archelogici a piacimento non aiuta il diffondersi della cultura, ma questo è un problema che negli USA non è mai stato particolarmente sentito...
Rispetto al primo film, in questo c'è un tentativo di creare una storia più articolata: non più dunque il cattivo contro la coppia-non-ancora-coppia di buoni, ma un numero maggiore di personaggi coinvolti, vecchi e nuovi (più spazio viene dato al tenebroso Ardeth Bay), ed una corsa contro il tempo sviluppata su due fronti. Punto.
Le innovazioni sono tutte qui: il raddoppio della minaccia. Due resurrezioni da evitare. Due cattivi da affrontare. Tutto doppio.
Ed è qui buona parte del difetto di questo film: convinto che per ottenere un impatto maggiore bastasse raddoppiare la spettacolarità, Sommers ha creato un mattone di due ore in cui ogni minuto qualcuno fa a cazzotti, qualcosa esplode e i nostri sono in pericolo di vita. Nessuno gli ha evidentemente spiegato che il troppo stroppia, ed il buon regista (colpevole anche della sceneggiatura dai dialoghi inesistenti) infarcisce il film di effetti speciali non sempre speciali (il Re Scorpione formato gigante fa davvero sorridere) che stordiscono e, dopo mezz'ora, infastidiscono uno spettatore frastornato da un accavallarsi di eventi basati sul nulla.
In questi casi si finisce per trovare giustificazioni tipo "è un popcorn-movie", "non ha pretese" e baggianate simili su cui si può anche essere d'accordo, ma bisogna anche convenire sul fatto che un film disimpegnato e di pura azione non significhi totale assenza di trama, personaggi e regia.
Gli attori sono tutti sotto la media (in particolare The Rock fa fede al proprio nome donando un'interpretazione degna di una pietra), e l'aver riproposto l'insopportabile personaggio di Jonathan come odiosa spalla comica (che fa il paio col tristissimo Jar Jar Binks) non fa che peggiorare le cose.
Un'ultima, triste notazione: come già accadde durante il primo film, anche in questo il pubblico rideva alle trite e banalissime battute profuse nell'arco della storia, il che, come allora, mi porta a pensare che la gente, in fondo, si meriti certa spazzatura.

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