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Dillinger

Regia di John Milius vedi scheda film

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La recensione su Dillinger

di dedo
8 stelle

John Milius, al suo esordio nella regia, affronta un tema crudo e sanguinoso, ricco d’azione e di tensione incentrato sulle imprese di due personaggi: John Dillinger, gangster, e  di Melvin Parvis, agente dell’F.B.I. focalizzate negli anni 33/34. E’ da poco finito il Proibizionismo e la guerra fra lo Stato e la malavita si concentra sui rapinatori di banche. Non c’è molta differenza fra le gesta criminali ed il comportamento delle forze dell’ordine rispetto ai vecchi comportamenti di molti film western: stessa violenza, stesse sparatorie (con armi più moderne), stessi obbiettivi, stessi inseguimenti ad oltranza (senza cavallo, ma con auto veloci), stesso impegno e modalità per liberarsi dei criminali, stesso relativo codice di un ambiguo senso dell’onore, stessa voglia di apparire sulle testate giornalistiche, stesse taglie ove la parola “alive” appare sbiadita, stessa umanità costretta a subire e vivere in condizioni economiche disperate. I due personaggi vengono inizialmente sviluppati con vite parallele sino al momento in cui Dillinger compie un reato federale e rientra  quindi nelle competenze dell’F.B.I.

Dillinger, interpretato da un Warren Oates (estremamente somigliante al bandito), è un gangster specializzato in rapine alle banche, efferato e sanguinario, piuttosto elegante nel compiere i colpi e questa sua abitudine indusse un certo mito nell’immaginario collettivo, ambiguo , ma consistente, in quanto aveva l’abitudine durante i colpi di dare fuoco ai registri bancari su cui erano riportati i debiti e le ipoteche di tanta povera gente. Non manca di una certa umanità negli affetti verso la sua donna, verso i familiari e verso i compagni di rapine feriti gravemente. Spavaldo, esibizionista, amante della fama, sia pure negativa, che ritrovava sulla stampa, a tratti istrionico, come quando evade dalla prigione di Crown Point (Indiana) e si fa fotografare abbracciando ironicamente il direttore del carcere (che sarà suo ostaggio e non disdegnerà di prendere una quota di bottino ottenuto durante una rapina mente avveniva la fuga). L’impiego di quella auto oltre le frontiere di Stato, reato federale, lo metterà in collisione con l’altro personaggio, l’agente Mervin Purvis, coraggioso, attendista, duro, sprezzante del pericolo personale, che considera l’eliminazione di Dillinger come un problema personale, incorruttibile, anch’esso desideroso di visibilità giornalistica, portato all’impiego di maniere forti, senza scrupoli, pur di eliminare la piaga di questi gangsters, senza un briciolo di umanità. Con perseveranza e il tradimento di una prostituta (la Donna in Rosso) intrappola Dillinger all’uscita da un cinema ove per ironia della sorte veniva proiettato un film poliziesco e, affrontandolo da solo, lo uccide in un vicolo buio , quasi a significare la fine di una epoca. Milius  ha la capacità di offrire, in modo asciutto e senza banalità o stereotipi una buona ricostruzione degli eventi, mettendo in luce come i comportamenti fra banditi e forze dell’ordine fossero sovrapponibili per odiosità e violenza. Non è indulgente né schierato ma freddo narratore di un periodo storico americano difficile e tormentato. La rappresentazione, ricca di tensione, di azione, di ritmo forsennato, fruisce di una perfetta ambientazione cui si prestano le visioni di fotografie d’epoca e una colonna sonora, di Barry  DeVorzon, particolarmente indicata a sottolineare i vari momenti della storia. Ottimo cast di attori fra cui giganteggiano Warren Oates e Ben Johnson. Montaggio straordinario con momenti vorticosi ed altri più tranquilli. Voto 8,5

Sulla colonna sonora

Musiche di Barry DeVorzon, appropriate e bene utilizzate durante tutte le fasi del film

Su John Milius

Crudezza e sintesi, ritmo e tensione, rendono onore a questo regista al suo esordio nella regia

Su Warren Oates

Ottima interpretazione capace di dare un carattere polimorfo al personaggio di Dillinger, del quale è straordinariamente somigliante

Su Ben Johnson

Non meno straordinaria la caratterizzazione che riesce a dare al G. man (Government man) Melvin Purvis
Secondo alcune serie fonti, dopo un anno dalla uccisione di Dillinger, si dimise ed entro in affari e non si suicidò. La sua morte sarebbe stata accidentale mentre puliva la pistola.

Su Michelle Philips

Buona la sua interpretazione di Billy Freshette, primo amore di Dillinger

Su Cloris Leachman

breve ed intensa interpretazione di Ana Compunas (la Donna in Rosso), che tradì il bandito in cambio della residenza negli States e che non ottenne

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