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Quasi famosi. Almost Famous

Regia di Cameron Crowe vedi scheda film

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La recensione su Quasi famosi. Almost Famous

di maso
9 stelle

 

 

Omaggio sentito all'epoca d'oro dell'hippie rock firmata dal regista e sceneggiatore Cameron Crowe classe 1957, la sua esperienza di vita è riversata nel protagonista Willie Miller che appena quindicenne diventa il biografo ufficiale dei promettenti Stillwater accompagnandoli nel loro Almost Famous tour in giro per gli states nel 1973.

La storia non si discosta molto da altri film musicali on the road, ciò che colpisce e per certi versi commuove è la tenera raffigurazione che Crowe riesce a dare ad un periodo irripetibile in cui quella manica di rappettari deficienti che parlano ad un microfono senza metrica su una base campionata non era neanche un triste presagio, a cavallo degli anni sessanta e settanta dominavano il graffio di una Les Paul e il rintocco potente di un basso Rickenbacker, avvolti da un accordo in settima maggiore all'organo Hammond ritmato dalle pelli tiratissime di una Pearl.

Crowe è riuscito a fissare perfettamente l'atmosfera spensierata di quegli anni con una ricostruzione minuziosa affidata alle capigliature folte e gli abiti coloratissimi dei personaggi, gli strumenti e i veicoli utilizzati, un linguaggio più ingenuo seppur volgare e un approccio molto soft nei confronti della droga, evitando così retoriche paturnie sull'argomento, la sceneggiatura è stata premiata con l'Oscar ma anche la regia è notevole per come ha immagazzinato le performances di un cast giovane e promettente nei ruoli principali oltre che esperto e significativo in quelli di contorno.

   Gli Stillwater in tour

 

 Kate Hudson nel ruolo della groupie girovaga Penny Lane è una ciliegina sopra la torta che storieggia con il chitarrista ribelle Russell Hammond ma ha un legame di cuore con Willie Miller, sogna il Marocco ed alla fine ci andrà, è proprio lei a incarnare al meglio lo spirito del film con la sua indole impalpabile e senza fissa dimora, leggera come una ballerina che danza senza musica nella sala concerti vuota dopo lo spettacolo, questa sequenza è la preferita del regista e si intona indirettamente con quella famosissima della band in pullman dopo che Russell ha bruciato una notte di eccessi, i ragazzi passano da un silenzio surreale ad una performance vocale corale sulla voce travolgente di Elton John che esegue Tiny Dancer, tutti esplodono sul verso “Tienimi stretto ballerina” con Russell che ritrova la sua armonia con il resto della band, la scena è tutta giocata sulla capacità innata della musica di mettere in relazione le persone e infatti ogni personaggio rimbalza con lo sguardo su un altro mentre le voci diventano una cosa sola fino a Russell ancora imbambolato dall’effetto dell’acido che si unisce ai suoi amici travolto dalla forza della musica.

Il film è scandito da una colonna sonora dirompente incentrata su pezzi noti e meno noti di quel periodo che sono la copertina dell’album di citazioni che arricchiscono il film: i Led Zeppelin con That’s the way, Tangerine e Misty mountain hop non potevano mancare essendo la band più influente di quel periodo e la loro presenza nell’universo del film è sottolineata dal giovanissimo fan delirante che incrocia la strada con Willie Miller a più riprese, I’ve seen all good people degli Yes è l’inno hippie che non poteva mancare, Burn dei Deep Purple brucia durante la sequenza del festino di giovani capelloni a cui partecipano Willie e Russell concluso con il tuffo dal tetto in piscina del chitarrista a chiusura di una serata di eccessi messa in scena da Crowe con un tocco quasi documentaristico per le usanze della sua generazione, un’altra sequenza chiave è quella nell’aeroplano bimotore traballante per una tempesta atmosferica che riporta alla mente il tragico schianto dei Lynyrd Skynyrd, il gruppo a contatto con la morte scopre gli altarini ed anche il batterista, silenzioso per tutto il film, fa una rivelazione che rimarrà la sua unica battuta; Peter Frampton leggenda di quel periodo prima con gli Humble Pie e poi come solista ha composto le canzoni per gli Stillwater oltre a partecipare come attore nel ruolo di manager proprio degli Humble Pie.

Il film ha avuto un successo strepitoso in America tanto che Cameron Crowe ha pubblicato una nuova edizione denominata The Bootleg Version con una quarantina di minuti in più che rendono “Almost Famous” anche più bello con scene aggiuntive come quella in cui il piccolo Willie dice che non ha i peli pubici perché li ha rasati, particolari fulminei come la copertina di Crosby Stills and Nash quando Willie mette mano ai dischi della sorella all’inizio, scene estese e più ricche con Penny Lane che gira in mutandine rosse per l’albergo o il nuovo manager che spiega quanto la curiosità di scoprire cosa c’è nel pugno chiuso sia sempre più attraente che scegliere la mano aperta con lo zippo nonostante ti sia stato detto che nel pugno chiuso non c’è niente.

 

 Frampton Comes Alive è il manifesto più rappresentativo del periodo raccontato in Almost Famous

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