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Dietro la porta chiusa

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Dietro la porta chiusa

di stanley kubrick
8 stelle

OSSESSIONI EDIPICHE  

"Perchè se ne era andato? Perchè mi aveva mentito"  

Ogniqualvolta rivedo Jack Torrance che osserva, con la faccia da schizzato, il labirinto in miniatura in mezzo all'Overlook Hotel e si immagina di prendere Wendy e Danny e stritolarli ripenso sempre alle sette stanze che Mark Lamphere ha arredato in modo maniacale e asimettrico nel film di Fritz Lang Dietro La Porta Chiusa. E' un noir costruito perfettamente, con un cura speciale per le luci e i movimenti di macchina. Il vero mistero che pervade lo spettatore è cosa c'è dentro alla settima stanza, chiusa a chiave e protetta da Mark. Quelle quattro mura sembrano appartenere particolarmente al protagonista, per lui hanno un valore diverso rispetto alle altre sei, la cura che ne riserva, la chiave che porta con sè e non la lascia mai, le scenate per la troppa curiosità della moglie sono elementi che denotano il suo attaccamento alle cose che in qualche modo gli appartengono. Le sei stanze che precedono quella misteriosa (la camera 237... se si nota, applicando la numerologia, moltiplicando i primi due numeri si ottiene 6, ovvero le stanze che precedono la settima, rappresentata dal numero 7 finale) sono felici secondo le teorie di Mark. Lang adotta il metodo della bugia inconsapevole per far proseguire questo significato allegorico. Essere felici, per una stanza, significa essere in sintonia con l'ambiente e sulle cose accadute tanto tempo fa. Gli omicidi che sono stati commessi al suo interno diventano solo un pretesto di curiosità nei confronti di altre persone, come ad esempio succede durante la festa nella villa nel quale Mark fa vedere a tutti i partecipanti le sei camere che ha ricostruito magistralmente (è lì che nasce l'arroganza e la protezione assoluta nei confronti della settima stanza). Questa ossessione per i luoghi chiusi e per la loro ricostruzione secondo fonti storiche turba profondamente l'animo dolce, curioso e inconsapevole di Celia, la seconda moglie di Mark. Anche sulla sua vita passata Mark mente alla nuova sposa, nella loro luna di miele in Messico le bugie sono all'ordine del giorno. Mark mente perchè ha paura di dire la verità, che risulterebbe incredibile e fin troppo strana agli occhi di chi lo ascolta. Eppure al suo arrivo nell'enorme villa di Mark, Celia fa di tutto per coprirlo quando si trova davanti la sorella del marito.
Dietro La Porta Chiusa è sicuramente il film più disperato di Fritz Lang, il più ossessionato, ma anche uno dei più sconosciuti. Celia racconta attraverso i suoi occhi l'intera esperienza, addirittura illudendo lo spettatore praticamente a film appena incominciato. Prima di incontrare il futuro marito, Celia vaga per terre sperdute alla ricerca di qualcuno che le voglia bene. La sua elaborazione del lutto nei confronti del fratello appena scomparso trova il suo culmine e quindi successivamente la felicità di un nuovo amore. I suoi racconti fuori campo avvengono successivamente allo svolgere della vicenda, lei sembra aver "ereditato" la bugia che nasconde la verità da Mark. E' talmente abile a ingannarci sul nuovo amore che noi ci crediamo veramente. Le persone, per Celia, sono anime che cercano il senno, le capisce perchè anche lei sta vivendo quel momento. Celia è una persona collaboratrice, la sua teoria sembra essere quella dell'unione fa la forza. E' per questo che trova e comincia a frequentare persone nuove, perchè pensa che lo stimolo ad essere più di uno porti a una falicità più applicativa per il futuro che sta per arrivare. Non è da tutti i giorni vedere i bellissimi baci che Mark e Celia si scambiano morbosamente e amorevolmente, oppure quando buttano le monetine dentro la fontana per esprimere qualche desiderio. Tutte scene riprese magistralmente dal regista austriaco. Lang, come ho già detto prima, fa un uso delle luci degno dei migliori noir anni quaranta/cinquanta. Basti ricordare la scena de matrimonio, mentre Celia sta arrivando da Mark, mentre quest'ultimo si trova nell'oscurità. Un passo rappresenta, in quel momento, un cambiamento radicale nella vita di lui. Non esistono più i giri intorno al mondo a cercare nuove fiamme, neanche sottostare ancora alla sorella o al figlio, esiste soltanto la voglia di cominciare un nuovo amore appena sbocciato, dato che lei ha avuto il classico colpo di fulmine per Mark che si è subito tramutato in matrimonio all'istante.

Il complesso di Edipo viene applicato a Mark, inconsapevole di quello che fa dal momento che vede il fiore lillà (fa anche rima...). Lang si ispira a Hitchcock per costruirgli intorno una storia di ossessioni, tradimenti infantili e personalità multipla. Il regista non filma neanche un frame per illustrare il passato torbido di Mark legato alla madre e ai lillà, eppure è talmente bravo nel farlo raccontare al protagonista che noi ci immaginiamo quest'ultimo da piccolo, con occhi luminosi, sempre pronto a difendere la madre e scontroso contro tutti gli altri. Il figlio di Mark sembra corrispondere a questo identikit, è legato indissolubilmente alla madre ormai defunta, sembra quasi incolparsi della morte di quest'ultima, eppure lui sa già come è andata a finire, è scontroso con Celia non appena arriva ma, successivamente, ammette le colpe di essere partito da presupposti sbagliati. Con il viaggo in luna di miele in Messico comincia tutto, con la casa incendiata finisce. Il percorso familiare di Mark e Celia continua a subire delle interferenze dall'esterno, donne non considerate, figli odiati, i fiori già citati, il passato con la madre di Mark, ma soprattutto la settima stanza. Ci sono anche molti rimandi a Rebecca La Prima Moglie di Hitchcock. Primo fra tutti l'amore che tutti avevano nei confronti della prima moglie, qui diventa un assuefazione, un modo per dimenticarla perchè non si riesce a comprenderla del tutto, sia per il modo di educare il figlio (e relativo comportamento di quest'ultimo nei confronti del padre odiato) sia per come trattava tutti dentro la villa. La casa incendiata distrugge tutto nel film di sir Alfred, ne Dietro La Porta Chiusa ci sono soprattutto l'intera ricostruzione di una vita, quella delle stanze che va a rotoli, una passione che viene sovraccaricata dalle fiamme dell'inferno, dove è giusto che quelle stanze devono stare, dato la mole di cattività che si sente persino noi guardando un film di questo calibro.
Cosa c'è dietro la porta chiusa si domanda Celia quando vede per la prima volta la settima stanza. E perchè Mark la rinchiude. Sono solo quesiti che hanno risposte nella notte, nella profonda oscurità che emana quest'ultima insieme alla macchina da presa di Lang, l'enorme sintonia che si trova fra entrambi fa rabbrividire (suggestive le immagini, la musica e le luci che accompagnano Celia ad aprire la settima stanza). O forse hanno risposta dietro a volti sfregiati da incendi divampati nel passato, a salvataggi miracolosi, a ripensamenti improvvisi per la crisi che sta invadendo i due sposi, alla servitù, a treni che partono e arrivano. O forse accanto a una fontanella, ancora in Messico, di nuovo abbracciati, come se fosse tutto un sogno?

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