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L'ultimo combattimento di Chen

Regia di Robert Clouse, Bruce Lee vedi scheda film

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La recensione su L'ultimo combattimento di Chen

di maso
4 stelle

 

 

 

Come disse Brandon Lee una volta "Game of death è un'ora di merda e mezz'ora di cinema".

E come dargli torto visto che in quell'ora di merda a cui faceva riferimento c'è una sequenza che si rivelerà un triste presagio per lui:  "Il protagonista" Billy deve girare una scena in cui viene ucciso con un finto colpo di pistola, ma purtroppo ne verrà usata una vera e finisce in ospedale facendo credere che fosse morto. Brandon Lee incapperà realmente nello stesso destino concesso a quel sosia di suo padre che era già morto da tempo mentre questa scena veniva girata.

Il tutto è davvero macabro e se si esclude il fatto che i realizzatori volessero mostrare le ultime esibizioni del grande Buce Lee in tuta gialla della famosa mezz'ora finale si può affermare che questo film è un disastro e non si doveva fare.

Il materiale montato in coda era stato realizzato da Lee prima della sua partecipazione ad "Enter the Dragon" che aveva un apparato produttivo più importante ma proprio mentre si apprestava a riprendere la lavorazione di Game of death Lee morì e quello che doveva essere il suo film più ambizioso per il quale aveva curato anche lo script e la regia rimase incompiuto.

Robert Clouse che lo aveva diretto nel film che si rivelerà il suo ultimo decise in qualche modo di creare un film che conducesse a quella pagoda in cui ogni piano rappresenta un avversario ma fare due terzi di film con l'attore principale defunto è un'impresa ancora oggi per cui ne venne fuori una situazione paradossale alla Ed Wood che fece recitare un sosia di Lugosi con il mantello sul volto per tutto il film, Clouse invece fece indossare degli occhiali scuri al sosia di Lee in tutte le scene colmando qualche buco nel motaggio con spezzoni di altri film e addirittura delle sagome di cartone del volto di Lee sovrapposte a quello del suo sosia per non parlare delle immagini di repertorio del suo funerale da agganciare alla trama artificiosamente costruita sulla morte inscenata dal protagonista.

Il presupposto è ridicolo e visto il detto "i cinesi sono tutti uguali" verrà ignobilmente ripetuto in altri film irrispettosi nei confronti dell'uomo che aveva creato un genere.

Se vi interessa sapere di più su come Game of Death doveva essere e vedere un montaggio più ricco e incisivo del girato di Lee guardate il documentario Bruce Lee - La leggenda che lo omaggia in maniera più rispettosa ed intelligente, lo scontro con il gigantesco pivot dei Lakers Karim Abdul Jabbar è un pezzo meomorabile e denota una crescita formale ed esecutiva nell'arte di Burce Lee non solo come atleta ma anche come uomo di cinema a 360°, non a caso dai frammenti di scritture di suo pugno emerge come Game of Death non ha niente a che vedere con il pastrocchio che coinvolge una formosa Colleen Camp e il veterano Gig Young che chiuderà la sua illustre carriera proprio con questa interpretazione.

Il contributo musicale di John Barry è come sempre incantevole, a conti fatti dovrebbe essere la cosa più costosa e qualitativamente migliore del film e la canzone cantata in maniera sorprendente proprio dalla Camp si adagia soffice sui titoli di coda connotandoli di un chiaro sapore bondiano: la carrellata dei movimenti e le sequenze migliori del grande Bruce Lee tratti dai film precedenti chiude in maniera commovente il suo breve ma intensissimo percorso sul grande schermo.

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