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Storie

Regia di Michael Haneke vedi scheda film

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valentina_sugar

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La recensione su Storie

di valentina_sugar
8 stelle
Amo moltissimo quasi tutto Haneke ed è da tempo che volevo rivedere questo film visto al cinema vent'anni fa, ma non riuscivo a trovarlo in nessuna piattaforma. Finalmente è uscito in Mubi e ho potuto recuperare. Lo ricordavo magnifico, l'ho trovato un po' datato, ma sempre affascinante. Negli ultimi 20 anni si è parlato molto, e molto si è girato, di incomunicabilità, immigrazione e rapporti tra etnie. 
I temi chiave di Storie (ma l'originale Code inconnu è un titolo infinitamente più centrato) sono la violenza e i rapporti di potere, come nella maggior parte dei film di Haneke, ma in questo caso è una violenza repressa, perlopiù non esplicitata, una violenza che si manifesta soprattutto come incapacità di comunicare e di esprimere i propri sentimenti in modo lineare, nei rapporti di umiliazione e nell'incapacità di capire gli altri, siano essi figli o persone di altre culture che ci vivono accanto. 
In Storie si sussegue una serie di scene, in gran parte piani-sequenza in cui i personaggi parlano in 4 lingue diverse (lingua dei segni, francese, dialetto del Mali, rumeno), che si presentano come frammenti interrotti e inconclusi e non vanno a comporre una narrazione lineare. offrono alla fine un quadro di personaggi che sono collegati tra loro in qualche modo, come tanti momenti di vite che raccontano di codardie, meschinità, prevaricazioni, parole vuote di significato.
Un'attrice cinematografica e teatrale francese si trova a un punto di svolta nella sua carriera, il suo compagno, un fotografo forse spinto più da voyeurismo che da un'autentica passione, va e viene dal Kosovo per lavoro e quando è in Francia non capisce veramente quello che succede alla sua compagna e al fratello minore, che non vuole seguire le orme del padre allevatore. Una donna rumena che chiede l'elemosina per strada viene umiliata, probabilmente senza che davvero quella fosse l'intenzione, dal fratello del fotografo e un giovane malese prende le sue difese. Seguiamo anche le loro vicende, l'espulsione in Romania e poi il ritorno in Francia della donna, la vita del giovane malese che ha una fidanzata bianca e una sorella sordomuta. Alcuni dei personaggi hanno momenti di grande empatia verso gli altri ma anche momenti di totale incomprensione e cecità. Tutti passano dal ruolo di vittima quella di carnefice. Nessuno sembra in fondo veramente in grado di aiutare gli altri, e anche quando ci prova, come Amadou che si schiera in difesa della mendicante rumena, lo fa con la violenza e ciò che ottiene è il rimpatrio della donna.
Magnifica e indimenticabile la scena delle molestie alla Binoche in metropolitana, estenuante e violentissima pur in assenza di vera violenza finisca.
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