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Strategia di una rapina

Regia di Robert Wise vedi scheda film

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La recensione su Strategia di una rapina

di Baliverna
8 stelle

CONTIENE ANTICIPAZIONI - E' un film del filone "rapina alla banca", sul modello di "Giungla d'asfalto". Quest'ultimo è unico e inarrivabile, comunque anche il presente se la cava bene. Robert Wise porta avanti una narrazione piuttosto scarna in tono sobrio e poco spettacolare. Comunque lo fa con fermezza e precisione, sicché il film procede bene senza incertezze e tiene vivo l'interesse. E' un'opera pervasa da una sottile malinconia, accentuata dalla fotografia in bianco e nero che vira molto sul grigio, da un New England squallido e invernale, e infine da una musica triste che accompagna certe scene.
Il pericolo di fare un film predicatorio e schematico contro il razzismo sussisteva, ma Wise e lo sceneggiatore Polonsky ne vengono fuori con onore. Non hanno cioè rappresentato il negro buono e il bianco razzista e cattivo che gli dà addosso; il sentimento razzista c'è e come, e anzi viene messo alla berlina, ma in modo intelligente e sfaccettato.
Robert Wise è un po' il regista della commistione tra bene e male, perché essa è un elemento che in misura maggiore o minore compare nei suoi film. Qui è incarnata dai tre potagonisti. Nessuno dei tre uomini, cioè, è irreprensibile dal punto di vista morale. L'ex poliziotto era un trafficone mezzo corrotto (ed è l'ideatore del colpo); il negro (Belafonte) va solo di rado a trovare moglie e figlia, ha una relazione con una cantante del night club, e si gioca lo stipendio alle corse; il disoccupato (Ryan) è mantenuto dalla moglie, flirta con la vicina, ed è un perfetto razzista americano. Le uniche a salvarsi sono le rispettive donne, ciascuna delle quali soffre per come si comporta il loro uomo.
Il razzista interpretato da Ryan finisce per darsi la zappa sui piedi proprio con i suoi assurdi pregiudizi, e l'altro purtroppo risponde al suo odio con altro odio, nel momento meno indicato. Il duello finale, con i due che si mettono a spararsi addosso quando sono già braccati dalla polizia, è un'evidente metafora del conflitto interno alla società americana, che minaccia di sfociare in una vera e propria esplosione. Bella l'idea di far iniziare e finire la pellicola con l'immagine di una pozzanghera increspata dal vento.
E' un bel film scarno e malinconico, certamente da riscoprire.

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