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Le follie dell'imperatore

Regia di Mark Dindal vedi scheda film

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La recensione su Le follie dell'imperatore

di degoffro
8 stelle

Dopo la cocente delusione di "Dinosauri", tecnica prodigiosa, emozioni zero (il computer mangia l'anima) ed incassi ben al di sotto delle aspettative, la Disney, vista la spietata concorrenza di Warner, Fox e soprattutto Dreamworks, ha deciso di ritornare su un terreno più tradizionale e vicino ai più celebri successi del passato, per riconquistare il primato di gradimento nel sempre più agguerrito e redditizio mercato del cinema d'animazione. E' nato così questo film divertente e spassoso, scoppiettante e sfrenato, vivace e veloce, ricco di humor e di gags esilaranti, omaggio ai cartoon Warner con protagonisti Willy Coyote e Bip Bip, Gatto Silvestro e Titti, con la sua allegra follia, il ritmo indiavolato, la comicità chiassosa e la sincera propensione a far ridere (soprattutto nel brillantissimo finale dove tutti i protagonisti sono alle prese con un'indispensabile pozione), ben lontano dallo stile freddo, supertecnologicizzato e anonimo che ha reso gli ultimi prodotti della casa di Topolino piuttosto monotoni e noiosi, per l'assurdo e fastidioso desiderio di accontentare un pubblico sempre più vasto. E la scelta è stata premiata visto che a sorpresa il film ha incassato oltre novanta milioni di dollari negli Stati Uniti e quasi dieci miliardi delle vecchie Lire in Italia. Il progetto del film è nato nel 1994 e inizialmente doveva essere un musical ambientato nel regno Inca dell'era precolombiana, intitolato, forse troppo solennemente, "Kingdom in the Sun". Successivamente e per fortuna i produttori si sono resi conto che una storia così seria probabilmente non avrebbe incontrato i gusti di un pubblico moderno sempre più esigente ed hanno deciso di rielaborarla completamente. Nel 1998, nonostante fosse già in cantiere alla Dreamworks un progetto analogo ambientato in paesaggi antichi ed esotici "La strada per El Dorado" (ma ormai realizzare doppi film su identici progetti sembra essere una consuetudine nel mondo dell'animazione), hanno così deciso di trasformare il musical in un buddy movie che mantenesse solo due dei personaggi principali del progetto originario: il viziato, pestifero ed arrogante giovane imperatore Kuzco, sempre pronto a licenziare i suoi più fidati collaboratori o a distruggere un intero villaggio per il puro capriccio personale di costruire una piscina tutta per sé ed il massiccio ma buon contadino Pacha. Terza protagonista della storia la cattiva di turno Yzma, perfida consigliera dell'imperatore, la quale per vendicarsi dei torti subiti e conquistare finalmente il trono (la sua comparsa in scena quando fa le veci dell'imperatore è memorabile) lo trasforma in un lama, grazie ad una delle sue innumerevoli pozioni. Ed è proprio Yzma (la somiglianza con Crudelia è impressionante) a cui il film regala l'ultima simpatica sequenza, sia pure sotto le sembianze di un gattino, il valore aggiunto del film: grazie anche allo straordinario doppiaggio della bravissima Anna Marchesini, Yzma entra di diritto tra i cattivi più riusciti e simpatici di casa Disney ed i suoi battibecchi con il collaboratore Kronk, in apparenza idiota, ma alla fine ben più geniale di Yzma, soprattutto quando, grazie alla sua abilità nel percepire il linguaggio degli scoiattoli, scopre dov'è finito l'imperatore, sono spassosissimi e spesso irresistibili. Notevole il lavoro dei disegnatori volto a catturare l'essenza profonda del paesaggio e della cultura Inca di cui si riproducono piuttosto fedelmente, grazie anche ad un viaggio in Perù di un team Disney, e soprattutto senza bisogno di ricorrere al digitale come invece accaduto per "Tarzan" e "Dinosauri" foreste, cascate, palazzi, campi terrazzati, città, gioielli e vestiti. 400 disegnatori, 300 tecnici ed addetti hanno collaborato alla realizzazione del film nella quale è stata coinvolta anche la "Disney Feature Animation" di Parigi: particolarmente difficile è stata la realizzazione di Kuzco, una volta trasformato in lama. Le due canzoni del film sono firmate da Sting: la prima "Kuzco, un genio" serve a presentare l'imperatore, rivelandone il carattere presuntuoso e capriccioso, i suoi vizi ed egoismi, la sua banalità e superficialità; l'altra, intitolata "Un caro amico come te", scorre sui titoli di coda ed è incentrata sul tema principale del film, l'amicizia che tra mille difficoltà, imprevisti, tradimenti, bugie, inganni, pericoli e vicissitudini si viene a creare tra Pacha e Kuzco, ormai trasformato in lama. Una favola edificante, piacevole e originale, in cui avventura ed ironia si combinano perfettamente, impreziosita da una cura particolare ed inedita per i caratteri dei quattro protagonisti, molto ben delineati, da un disegno naturale, affascinante e per nulla computerizzato, da una morale semplice ma educativa, come i bei cartoon di una volta, da battute briose e accattivanti. Speriamo che segni un'inversione di tendenza, rivelando l'intenzione della Disney di ritornare ad uno stile più classico e fanciullesco, evitando inutili confronti o sfide con i prodotti delle altre major. Lo stile Disney, quando vuole, non ha rivali: basta lasciare spazio alla fantasia e la magia viene da sé.
Voto: 7 e mezzo.

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