Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film
Giallo-nero spagnolo, con un occhio ai malefici, inquietanti vicinati dei romanzi di Ballard e un altro al grottesco sanguigno di matrice iberica, dove tutti gli abitanti di un condominio spiano, corteggiano, accerchiano, inseguono una donna agente immobiliare che per caso ha messo le mani su un bottino di sei miliardi trovato nascosto sotto una mattonella nell’appartamento di un morto. Pronti a tutto, dalla seduzione all’omicidio, purché Julia non si allontani dal palazzo con il suo valigione pieno di pesetas. Il regista spagnolo Alex de la Iglesia, che viene dalla scuola di Almodóvar e si è fatto un piccolo seguito di fan con i fanta-horror-satirici “Azione mutante”, “El dia de la bestia” e “Perdita Durango”, dirige con “La comunidad” il suo film più riuscito (e il suo budget più sostenuto), dimostrando di saper miscelare bene la lezione di Hitchcock (citato esplicitamente nell’ultima scena sul tetto), Polanski di “L’inquilino del terzo piano” e, naturalmente, sprazzi sfottenti alla Almodóvar. Claustrofobico al punto giusto, il film si intorpidisce un po’ nella parte centrale, ma Carmen Maura, sempre sull’orlo di una crisi di nervi, è talmente brava da tenere comunque alto lo spirito e l’ironia.
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