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Wasp

Regia di Andrea Arnold vedi scheda film

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La recensione su Wasp

di alan smithee
7 stelle

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MUBI

Una inquieta ragazza-madre di nome Zoe vive arrangiandosi per poter sfamare le quattro figlie a carico, tutte bambine, di cui una in età neonatale.

Già dalle prime scene, ci risulta piuttosto chiaro il temperamento fiero e impulsivo che muove la giovane donna: la scorgiamo infuriata al punto da aggredire una vicina coetanea, dopo che questa le ha insultato una delle figlie per un motivo certo di poco conto.

Dopo la rissa, la giovane madre ritorna a casa, ma quando intravede per strada un ex compagno, tornato a vivere nel quartiere e dal quale è ancora fortemente attratta, Zoe cerca di trovare tempo e modo di frequentarlo dandogli appuntamento in un pub. 

Ella si organizza, incurante o comunque poco preoccupata del fatto che le bambine abbiano fame, siano sporche e nervose di quella vita senza certezze e sicurezze.

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Zoe infatti è terrorizzata che i vicini ficcanaso possano chiamare i servizi sociali e farle togliere la potestà sui figli. decide di portarsele appresso.

Per questo quella strana madre si vede costretta a lasciarle sole fuori del locale, con qualche sacchetto di patatine e un bicchiere di Coca Cola in tre. Sole e abbandonate, con la neonata che piange per la fame, le quattro bimbe cercheranno di cavarsela sperando che la loro genitrice torni a condurle in casa.

Inaspettatamente però, un episodio di fatto sgradevole e pericoloso, ma di fatto anche lungimirante che vede entrare in scena il maldestro insetto del titolo, finirà per far tornare un minimo di senno nella sciagurata genitrice, riportandola alla concretezza dei fatti e, suo malgrado, inducendola verso un più adeguato ruolo di genitrice.

Andrea Arnold si trova perfettamente a suo agio, come dimostrerà anche nel suo bell'esordio nel lungometraggio avvenuto con l'incalzante e misterioso Red Road, nel contesto di un ceto popolare inquieto e rancoroso, infuocato di sentimenti e di voglia di sopravvivere, ma anche predisposto pericolosamente alla autodistruzione a costo di non rinunciare ad uno sfizio. 

Alla riuscita del film, premiato meritatamente con l'Oscar per il miglior cortometraggio, contribuisce non poco la indimenticabile costruzione del personaggio della protagonista Zoe, e la relativa ottima prestazione della protagonista, Natalie Press, qui al suo esordio assoluto.

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