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Windfall

Regia di Charlie McDowell vedi scheda film

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La recensione su Windfall

di mck
6 stelle

“I exist.” Ora tocca solo capire a quale dei 4 personaggi in campo quell’io si potrà applicare.

 

Charlie McDowell con questo “WindFall” (scritto dal suo sceneggiatore di fiducia, Justin Lader, assieme ad Andrew Kevin Walker, partendo da un soggetto firmato con loro dallo stesso regista e dal protagonista Jason Segel) ritorna all’unità di tempo, luogo e cast (una casa - dalla quale, per ragioni diverse, è difficile allontanarsi - e un paio o al massimo un trio - anche se qui alla fine dei conti si tratta di un quartetto - d’attori, col set “chiuso” ch’è un sintomo extradiegetico della condizione in cui si trovava in quel frangente buona parte della civiltà umana afflitta dalla pandemia influenzale di grave sindrome respiratoria acuta che ha parimenti causato il rinvio delle riprese di “Gilded Rage”) che caratterizzava il suo più che convincente esordio, “the One I Love” (ad oggi il suo lavoro migliore), cui seguirono l’un po’ meno persuasiva fatidica seconda prova, molto più corale, “the Discovery”, e poi un ep. a testa per “Legion” e “Tales from the Loop” e l’intro e l’outro di “On Becoming a God in Central Florida”, asciugandolo però da ogni concreta venatura weird (fantasy e/o SF), anche se le atmosfere perturbanti perdurano. (Ma per la serie "rapporti di forza con villa isolata" imprescindibile resta e rimane "Sexy Beast" di Jonathan Glazer.)

 

 

--- Momento didascalicità (non è per forza un male) ON ---

[CEO] - So, what company was it? Hm?
[Nobody] - You can't help yourself, hm?
[CEO] - You were deemed... redundant, and let go. That's it, right? It's okay. You can tell me.
[Nobody] - I know what you're trying to do. Just drop it.
[CEO] - Now, I owe you... something, right?
[Nobody] - If you owe a debt, it's to a hell of a lot more people than just me. Because of your little math equation, people's jobs disappear just like that. Don't even have time to prepare.
[CEO] - Prepare for what, exactly? Ask the coal miners if they're prepared for clean energy. There's this new thing going around, this new trendy mentality, you know, of... “I exist. So, therefore, you owe me!” Are you familiar with this? That is the very reason why we live in a world full of lazy fucking loafers and freeloaders. They're too busy sitting, bitching, and moaning that when they're confronted with an obstacle, it's just... “I guess that's it. Oh! Hm!” But I... recognized the opportunity. And I did something about it every single fucking time. I didn't ask anyone for anything, and I didn't take anything that wasn't fucking mine!
[Wife] - Not everyone who needs help is a freeloader.
[Enter the Gardener.]

 

[CEO] - Allora, che azienda era? Eh?
[Nessuno] - È più forte di te, vero? Non ne puoi fare a meno.
[CEO] - Sei stato considerato superfluo. E ti hanno licenziato. È così, no? Va bene, tranquillo. Puoi dirmelo.
[Nessuno] - So cosa stai cercando di fare. Lascia perdere.
[CEO] - E adesso io ti devo… qualcosa, giusto?
[Nessuno] - Se hai un debito, ce l'hai con molte più persone che solo con me. Per colpa della tua piccola equazione, il lavoro della gente scompare… così. Senza neanche il tempo per prepararsi.
[CEO] - Prepararsi per cosa, esattamente? Chiedi ai minatori se fossero pronti per l'energia pulita. C'è questa nuova cosa in giro, questa nuova mentalità di moda, sai… “Io esisto. E per questo, di conseguenza, tu sei in debito con me!” La conosci? Ti dice qualcosa? Questo è il vero motivo, la ragione per cui viviamo in un mondo pieno di pigri, fannulloni, scrocconi e parassiti del cazzo. Sono così occupati a stare seduti a rompere, a farsi le seghe e a lagnarsi… che quando si trovano davanti a un ostacolo, allora pensano… “Hm… E ora come faccio? Finisce qui!” Ma io… Io invece ho riconosciuto un’opportunità e l’ho colta. E mi sono dato da fare lavorando sodo per ogni istante di ogni singola cazzo di volta. Non ho mai chiesto niente a nessuno, e non ho preso niente che non fosse mio, cazzo!
[Moglie] - Non tutti quelli a cui serve aiuto sono scrocconi.
[Entra il Giardiniere.]

 

--- Momento didascalicità (non è per forza un male) OFF ---

 

 

Fotografia di Isiah Donté Lee (“John Henry”) e montaggio di David Marks (“Don't Worry, He Won't Get Far on Foot”, “the Night House”, “the Last Black Man in San Francisco”), mentre le musiche sono di Danny Bensi & Saunder Jurriaans (la loro è una filmografia sterminata: uno per tutti, "Enemy"), e il rischio è che, quando ci sono di mezzo loro, la colonna sonora originale (qui in zona Hitchcock/Polanski) spesso risulta essere la parte migliore del film: in questo caso sono sopravanzati dalla prestazione recitativa di Jesse Plemons (ch’è della stessa razza di Philip Seymour Hoffman, Joaquin Phoenix e Michael Shannon), con Lily Collins (compagna del regista - tipo Jeff Baena & Aubrey Plaza ed Alison Brie e Dave Franco - dopo Rooney Mara ed Emilia Clarke: ho aperto ed ora chiudo il momento gossip con un “Chapeau!”) e lo stesso Jason Segel a tenergli testa egregiamente. Chiude il cast Omar Leyva. Distribuisce Netflix, che lo pubblicizza (supermercatologicamente, in zona cestone dei dvd in offerta a 1 euro e 99 centesimi) nella categoria "film da 90 minuti" (sia benedetta).

“I exist.” Ora tocca solo capire a quale dei 4 personaggi in campo quell’io si potrà applicare.

* * * (¼)   

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