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Niente di nuovo sul fronte occidentale

Regia di Edward Berger vedi scheda film

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La recensione su Niente di nuovo sul fronte occidentale

di unicorno22
5 stelle

Nel secolo dei prequel, dei sequel e dei remake non poteva mancare una rilettura visiva del capolavoro letterario di Erich Maria Remarque la cui prima e unica versione cinematografica è quella risalente al 1930 di Lewis Milestone (nel 1979 ne è stata fatta una versione per la tv diretta da Delbert Mann).

 

La Germania decide di giocare in casa dando vita ad una produzione sostanzialmente nostrana e non affidandosi a nessuna star oltreoceano o di particolare richiamo a parte il discreto e sobrio Daniel Bruhl.

 

Ed è già in questa prima constatazione che viene in mente un paradosso che permea tutta la pellicola. Si perchè la produzione in realtà sembra hollywoodiana visto la cura e l'ampio respiro che è stato dato alle scene di guerra.

Gli assalti, le esplosioni, le riprese panoramiche delle trincee e degli scontri tra i due eserciti (tedeschi e francesi) sono davvero impeccabili e non lasciano niente al caso. Di forte impatto sono anche le scene più cruente in cui il regista calca la mano giustamente sulla sofferenza e sulla morte dei soldati, non risparminadoci sangue, rantoli e disperazione, ma senza mai neanche minimamente sfiorare una gratuita pornografia del dolore.

 

In mezzo a tutta questa confezione spettacolare però il film sembra dimenticarsi di un frangente che non ci saremmo mai aspettati proprio perchè la produzione è fatta in casa, ovvero si perdono i personaggi o forse non si trovano davvero mai del tutto. 

 

Facciamo fatica a riconoscerli, a distinguerli, vengono sovrastati dagli eventi e non riusciamo così ad identificare una loro propria umanità caratteristica in modo che qualcosa ci rimanga impresso a lungo nella nostra memoria. Mentre ognuno di loro nel romanzo, acquisisce invece una propria identità ben definita e ci possiede, in questa trasposizione rimane una superficialità di scrittura che penalizza l'aspetto più intimista e di spessore dell'intera vicenda.

 

Da questo punto di vista non si riesce neanche ad evitare l'errore di creare dei personaggi macchiettistici quando la narrazione si sposta ai piani alti, nelle stanze dei bottoni "e dei vagoni" dove si prendono le decisioni che decideranno le sorti della guerra. 

 

Che cosa ci rimane allora di questo film? Ci rimane un prodotto Netflix, ovvero un film che vorrei...ma non posso. 

 

 

 

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