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The Fabelmans

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Fabelmans

di obyone
8 stelle

 

Gabriel LaBelle

The Fabelmans (2022): Gabriel LaBelle

 

Quasi che il Covid avesse creato uno spartiacque tra due epoche, e avesse ispirato ad alcuni una riflessione, se non un bilancio esistenziale, ecco arrivare un'ulteriore opera testamento a percorrere la via già battuta in precedenza dai coevi “È stata la mano di Dio” (2021) e “Belfast” (2021).

Nella recensione del film di Kenneth Branagh accennai ad una possibile correlazione tra il carattere intimista del soggetto sviluppato e la pausa imposta dalla pandemia.

In “The Fabelmans” il legame tra cinema e pandemia sembra tornare prepotente, anche se su un piano di lettura diverso. Il cinema in sala, strenuamente difeso da molti registi affermati, ha incassato un duro colpo dalla chiusura degli esercizi. Steven Spielberg, ancor più di altri, si è preoccupato di dare risalto all’esperienza immersiva della sala per incoraggiare il ritorno al luogo fatato in cui si consumano sogni e meraviglie. “The Fabelmans”, dunque, rappresenterebbe un elogio al cinema in sala, una boccata di ossigeno per un malato grave e solo in seconda istanza un film autobiografico in cui il cinema rappresenta l’elemento centrale di un’esistenza spesa a far girare la pellicola su di una bobina. 

“The Fabelmans” è strettamente legato agli eventi degli ultimi anni, sia nel desiderio di ridare slancio alla culla dell’esperienza sensoriale, quale elemento fondante la fruizione cinematografica, sia nella volontà di tracciare una linea di separazione che divida il prima dal dopo. Il film di Spielberg si posiziona, per altro, a metà strada tra i film sopra citati, più autobiografici ed evocativi, e “Babylon”, più celebrativo e magniloquente, ultimo esempio di film sull'industria cinematografica e sul suo ipnotico corollario.

“The Fabelmans" è percorso dalla magia del sogno, ormai diventato realtà, quanto dalle note malinconiche di una giovinezza passata in cui rintracciare l’embrione di una folgorante carriera artistica.

 

Gabriel LaBelle

The Fabelmans (2022): Gabriel LaBelle

 

Il film di Steven Spielberg, tirando le somme, è l’invito rivolto agli spettatori a riempire nuovamente le sale. Ed è il racconto di un sogno di bambino diventato materia tangibile grazie ad una cinepresa, ad un po’ di immaginazione e a qualità artistiche imprescindibili. Sulle capacità tecniche di Spielberg c’è poco da disquisire e sulla sua immaginazione ancora meno. “The Fabelmans” le celebra insieme al cinema stesso utilizzando le giuste inquadrature e pochi e semplici oggetti. Tutta la bravura di Spielberg è condensata nella rivisitazione casalinga de “Il più grande spettacolo del mondo” nella quale va in scena il deragliamento della locomotiva. Ci sono la suspense, il coinvolgimento emotivo di una sequenza girata a grandezza naturale ma al posto di un auto e di un treno ci sono i modellini e la pista di un trenino. Il regista di Cincinnati celebra il suo passato di piccolo regista di catastrofi ferroviarie e si esalta della propria capacità di inscenare un “vero” scontro armato e un’epopea bellica, in una coltre di corpi martoriati, in un prototipo di "Salvate il soldato Ryan" dalle lontane radici.

Spielberg ci racconta anche il rapporto privilegiato con la settima arte, un mezzo espressivo con cui ha imparato, pian piano, a comunicare le proprie emozioni. Mentre monta per la madre le immagini girate in vacanza Spielberg esplicita in modo definitivo il ruolo "rivelatore" del cinema. Non è il regista a comunicare, attraverso le immagini, le proprie inquietudini ma è il cinema, in un processo esattamente opposto, a comunicare al regista ciò che, ad egli, non è ancora evidente. Il film montato dall'ormai adolescente Sammy Fabelmans "rivela" ciò che è sepolto nell'inconscio e, nel suo compito di rileggere il reale attraverso un filtro od un parametro imposto dallo sguardo del regista, diventa epifania di una verità inconfutabile e specchio di una realtà complessa e sorprendente. Il filmino apre gli occhi di Sammy sul comportamento della madre rendendo palese una verità precedentemente celata come atto di autodifesa.

Il piccolo Sammy, dunque, esterna le proprie paure davanti al canglore assordante del ferro, l'adolescente Fabelmans riceve in dono dal cinema la luce che dissipa ogni dubbio mentre il giovane diplomato che filma la festa sulla spiaggia sale di un ulteriore gradino nella scala della maturità artistica. La realtà è trasfigurata dalla lente del soggetto che sceglie le inquadrature e monta le immagini secondo un preciso intento poetico. Non è un caso che il filmino della scuola sconvolga il giovane Logan intrappolato in un cliché estetico a cui non vorrebbe appartenere. Uno status idealizzato che rappresenta per lui una forma di pressione insopportabile e un'umiliante vendetta perpetrata con astuzia ed intelligenza da chi ha pensato al film in quel modo. 

 

Gabriel LaBelle, Julia Butters

The Fabelmans (2022): Gabriel LaBelle, Julia Butters

 

"The Fabelmans" narra le potenzialità del cinema e la genesi dell'artista senza dimenticare le insolite relazioni familiari all'interno delle quali il giovane Sammy ha formato la propria persona ed ha imparato a gestire rapporti complessi e affinità imprevedibili, quelli con la madre e con i compagni di scuola in partìcolare. 

A mio avviso è l'evoluzione artistica di Sammy la chiave di lettura principale del film. Il regista rielabora i rapporti umani di una famiglia "poco convenzionale", la propria, mettendo, tuttavia, la trama principale a servizio di una lettura critica più interessante che, metaforicamente si può estendere alle tappe della carriera dello stesso Spielberg, iniziata negli anni Sessanta e progredita con precisi step e svolte artistiche che hanno influenzato il suo cinema e le sue priorità.

"The Fabelmans" è un film eccelso allorquando interpreta il reale attraverso la lente della macchina da presa di Sammy mentre rasenta la normalità nel recconto biografico, in special modo laddove si adagia ad una rappresentazione di maniera delle interazioni scolastiche e a luoghi comuni piuttosto abusati sulle religioni e sulle dinamiche sociali nell'età dell'adolescenza. 

Paul Dano e Michelle Williams impreziosiscono la raffinata ricostruzione d'epoca di un America pronta ad esplodere in un cambio di costumi epocale di cui Spielberg sarà testimone e narratore attento e privilegiato.  

 

Rassegna Cinenatografica Primavera 2023 - Cinema Aurora - Malo (VI) 

 

Paul Dano, Michelle Williams, Mateo Zoryon Francis-DeFord

The Fabelmans (2022): Paul Dano, Michelle Williams, Mateo Zoryon Francis-DeFord

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