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La notte brava del soldato Jonathan

Regia di Don Siegel vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La notte brava del soldato Jonathan

di munnyedwards
8 stelle

 

Nella filmografia di Don Siegel sono presenti opere di assoluto livello che hanno lasciato un segno importante nella storia del cinema americano, fra queste opere quelle che di solito vengono più menzionate dagli appassionati e dalla critica sono quelle prodotte nel ventennio 60/70, ad esclusione ovviamente del classico L’invasione degli ultracorpi che è del 1956.

Titoli indimenticabili come The Killers, Madigan, Dirty Harry, Charley Varrick e naturalmente The Shootits (malinconico e struggente addio ad una leggenda del west), curiosamente tra questi titoli raramente viene citato quello che è forse il suo film più anomalo e originale, se non il più bello, che è appunto The Beguiled, da noi ribattezzato più prosaicamente La notte brava del soldato Jonathan.

Siamo nel pieno della guerra civile americana e il soldato Jonathan è in realtà un tenente nordista di nome McBurney (Eastwood), ferito gravemente ad una gamba viene aiutato da una ragazzina e lui, braccato dalle pattuglie sudiste, se la fa subito amica tappandole la bocca con un bacio; gli inseguitori passano e McBurney può essere cosi condotto in salvo.

Una prima scena che per quanto innocente getta già le fondamenta per una storia dalle tinte forti e scabrose, una vicenda contraddistinta da una inconsueta (per il regista) attenzione alla componente sessuale, una sessualità profondamente repressa e per questo malata che farà da sfondo ad un racconto che dai confini accennati del western virerà repentinamente verso territori inesplorati, miscelando dramma e gotico, horror e suspense.

 

http://thisdistractedglobe.com/wp-content/uploads/2010/04/The-Beguiled-1971-Pamelyn-Ferdin-Clint-Eastwood-pic-1.jpg

 

McBurney viene infatti accolto in un sinistro collegio femminile gestito dalla austera Sig.na Martha (Geraldine Page) ma lo sarà solo per il tempo necessario alla sua guarigione, poi verrà consegnato ai sudisti come prigioniero di guerra per essere condotto nei campi di prigionia.

Queste sono le intenzioni della direttrice ma le cose cambieranno ben presto perché la presenza di un uomo in un ambiente così isolato scatenerà nelle giovani (e meno giovani) donne una incontrollata curiosità, che sfocerà poi in una sanguinosa lotta per accaparrarsi il maschio alfa.

Il militare, da vecchio marpione qual’è, capisce subito di avere delle buone carte in mano e cerca di conquistare con ogni mezzo alcune di queste donne portandole dalla sua parte e giocando pericolosamente su più tavoli/sottane, non immaginando minimamente a cosa porterà un comportamento del genere.

 

 

Il film di Siegel al botteghino fu un fiasco totale, alcuni critici accusarono il regista di misoginia ma una lettura attenta dell'opera va ben oltre questa semplice analisi, intanto bisogna dire che la componente sessuale caratterizza in modo determinante tutti i personaggi in scena (compreso McBurney), una sessualità che nel caso delle donne, complice la guerra e l'isolamento, viene repressa e schiacciata da ipocriti dettami religiosi; tutte le protagoniste nascondono la loro vera natura e i loro bisogni cercando di conquistare il succulento premio in divisa.

La direttrice Martha lo bracca nella speranza di trovare un compagno che possa mandare avanti la fattoria a guerra finita, la dolce Edwina (Elizabeth Hartman) cerca l’amore della sua vita, mentre la disinibita Carol (Jo Ann Harris) lo vede solo come oggetto sessuale, persino la schiava Hallie (Mae Mercer) pensa di poter sfruttare a suo vantaggio il prigioniero.

 

http://thisdistractedglobe.com/wp-content/uploads/2010/04/The-Beguiled-1971-Jo-Ann-Carol-Clint-Eastwood-pic-8.jpg

 

Ma a dominare questi caratteri femminili sono sentimenti contrastanti e a volte malevoli, in primis l’ipocrisia e la falsità, a cominciare dalla direttrice, che dietro il suo aspetto da suora nasconde un passato incestuoso (con il fratello scomparso e forse morto) e un presente fatto di sogni erotici che vedono protagonisti McBurney e la stesse Edwina.

Siegel dirige un film dallo stile quanto mai complesso (fatto di brevi flashback e fasi oniriche e fiabesche) contraddistinto da un quadro di morbosità e di inquietudine che alla fine non potrà che sfociare in tragedia; sviluppato quasi interamente nell’angusto spazio del collegio la storia vive di mutazioni improvvise che generano nello spettatore sensazioni contrastanti, a tratti sembra di esser finiti in un vero e proprio horror e ci sono sequenze che da questo punto di vista lasciano un segno importante.

Come dicevo un Siegel decisamente anomalo, lontanissimo dai generi che lo hanno consacrato come il poliziesco e l’action, qui si muove su binari diversi che comunque il regista padroneggia alla grande mantenendo sempre vivo l’interesse e delineando un affresco malsano che si lascia ricordare a lungo.

Il finale sarà inevitabilmente amaro e nella circolarità della storia si specchia perfettamente con l’incipit, che vedeva una ragazzina dall’aspetto innocente camminare nei boschi e che invece dei funghi trovava un uomo ferito, un uomo da salvare, da amare, da possedere e infine da uccidere.

Voto: 8

 

 

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