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Liam

Regia di Stephen Frears vedi scheda film

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La recensione su Liam

di zombi
8 stelle

stephen frears è come un vecchio amico che non ti delude quasi mai. magari ogni tanto si smarrisce e fa "the van" che poteva evitare, però se pensiamo a "the snapper", "le relazioni pericolose", "my beautiful laundrette" dove un daniel day lewis si slinguazza beatamente il suo amante pakistano, "mary reilly" dove la roberts finalmente esce dal suo cliché schiaccia marroni, "the grifters" con il super gnugno john cusack e la stra-figa anjelica huston bionda platino con i suoi tailleurini cheap attilati very very very sexy non possiamo che accoglierlo con un gran sorriso e un abbraccio caloroso.
"Liam" per me è un ottimo momento nella sua filmografia.
è tornato a casa e c'è tornato da bravo ragazzo incazzato alla maniera di ken"kes"loach.
siamo un pò dalle parti dell'inghilterra elisabettiana di mary reilly, con quegli orrendi casermoni tutti uguali grigi di fumo, fuligine,povertà, stipendi miserevoli boom industriale.
qui manca jacky the ripper, però la rabbia gioca dei bruttissimi scherzi, come avrà modo di realizzare il buon ian hart verso la fine.
riunioni per rivendicare diritti pressoché inesistenti interrotte dai poliziotti che caricano gli avventori e li disperdono a randellate in testa, lavoro che latita che rende la gente isterica ed è il nido adatto per far nascere intolleranze razziali col vessillo della camicia nera.
a scuola i bambini vengono letteralmente terrorizzati dall'arpia maestra e dall'orco prete in preparazione della prima comunione a suon di anime putrescenti e peccati commessi ad ogni pié sospinto.
insomma dire di essere sulla soglia dell'inferno è usare un eufemismo.
probabilmente l'inferno è la ricompensa, prima bisogna passare per la realtà e non è cosa da poco... un pò come risvegliarsi in preda ad un incubo in cui sei circondato da famelici zombi e realizzare che sei veramente circondato da zombi famelici.
che vuoi farci, la vita è un compromesso e cercare di mantenere una propria integrità è considerato disdicevole. se vuoi lavorare devi pagare da bere allo schifoso capo cantiere e poi non è garanzia di niente, come avrà modo di sincerarsi sempre il nostro buon ian hart.
la dignità è buona solo per pulircisi il culo e dopo essere rimasto senza lavoro
e aver campato sulle spalle dei 2-soldi-2 del figlio maggiore e della figlia adolescente a servizio in una ricca casa di ebrei, il passo successivo sembrerebbe essere quello di entrare a far parte delle camic(i?...)e nere.
la colpa dev'essere dei non inglesi se non trova lavoro e se non vuole continuare a raccogliere cicche in terra(scena che ti annoda lo stomaco... meraviglioso Ian)sarà meglio cacciare fuori dal patrio suolo gli schifosi parassiti e gli odiati cuginastri.
nel frattempo la mamma da brava economa(la thatcher si sarà chiesta come diavolo facevano e avrà detto, aspetto che provo a vedere)fa i salti mortali con i soldi dei due figli cercando sempre di mantenere la dignità di persona anche se povera e con i figli stessi, tormentati da complessi di colpa instillati a suon di crocefissi sanguinanti dal bravo prete perennemente con la mano tesa...
il "mi dispiace" finale è un pò come il sipario calato alla fine di "un cuoco, il ladro, sua molgie e l'amante". non rimane più niente da dire, that's all folks!!!

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