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Quills - La penna dello scandalo

Regia di Philip Kaufman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Quills - La penna dello scandalo

di ethan
4 stelle

'Quills' è una versione molto romanzata del periodo che il Marchese D.A.F. de Sade (Geoffrey Rush) trascorse nel manicomio di Charenton fino alla sua morte e, come spesso accade, le biografie di artisti, siano essi pittori, scrittori o scultori, a Hollywood non hanno solitamente una grossa resa filmica: il film è diretto da Philip Kaufman che, da una sceneggiatura molto lacunosa e piena di falsi storici di Doug Wright, punta molto sugli aspetti più superficiali della figura dello scrittore, lasciandosi prendere un po' troppo la mano, costruendo sequenze dove la complessa personalità di de Sade viene ridotta quasi a una macchietta in preda all'abuso del linguaggio a sfondo sessuale e alla sua anticlericalità, mostrata in circostanze banali, con solo qua è là qualche affondo che va a segno nei confronti dei benpensanti e dei puritani dell'epoca.

'Quills' è un romanzone, con 'buoni' e 'cattivi' rappresentati in maniera piuttosto manichea e poco sfumata, con attori bravi ma 'rovinati' da personaggi scritti malamente, con situazioni che si susseguono in modo sfrenato, con cadute di stile e di (buon) gusto che, specialmente nella seconda parte, fanno precipitare il film in parentesi tra il grottesco ed il ridicolo involontario.

Il riuscito incipit, ingannatore, in quanto pareva mostrasse una scena di seduzione ma, con la camera che si allarga, siamo di fronte a tutt'altro, ossia un'esecuzione mediante la ghigliottina, faceva ben sperare ma nel prosieguo pare che Kaufman  abbia già dato tutto e si assiste a un profluvio di scene effettistiche e fintamente scandalistiche.

Geoffrey Rush è bravo ma tende a strafare un po' troppo, specie nel finale, dove non viene risparmiato nulla alla vista e, oltretutto inventando di sana pianta un fatto dopo l'altro, gli viene strappata la lingua, usa i suoi escrementi per scrivere i suoi testi e poi muore inghiottendo un crocifisso!!!; Joaquin Phoenix, nei panni dell'abate de Coulmier (anche tale personaggio storico è travisato dallo script), è volenteroso ma il ruolo non pare proprio nelle sue corde; Kate Winslet, invece, è ben in parte come lavandaia che fa da tramite affinché gli scritti del marchese escano dalla cella e vedano la loro pubblicazione, anche se gli autori stavolta hanno preferito edulcorare i fatti, dato che la vera Madeleine, in realtà era poco più di una bambina; Michael Caine è forse il migliore di tutti ma anche il suo personaggio soffre una scrittura molto 'pesante', con punte di cattiveria inusitate, quasi da fumetto.

Come capita per tali grosse produzioni buono il comparto tecnico, con fotografia, scene e costumi di prim'ordine ma per chi conosce poco del marchese libertino, dopo la visione di 'Quills', avrà un ritratto fuorviante e lacunoso del medesimo, perciò sarebbe meglio affidarsi direttamente alla lettura dei suoi scritti per avere un quadro della sua multiforme personalità, della portata dei suoi lavori e dell'epoca in cui visse.

Voto: 5.

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