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Everything Everywhere All at Once

Regia di Dan Kwan, Daniel Scheinert vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Everything Everywhere All at Once

di axe
7 stelle

Evelyn Quan Wang, donna di mezza età, vive da lungo tempo un periodo di difficoltà. La lavanderia automatica che gestisce con il marito Waymond, insieme al quale è giunta dalla Cina negli U.S.A.,  non rende quanto aspettato; ha un cattivo rapporto con la figlia Joy, lesbica; deve accudire l'anziano padre, rimasto da poco vedovo; è in crisi coniugale con Waymond. Questa è la situazione della donna in uno degli ... infiniti universi esistenti, ognuno dei quali è generato dalle scelte fatte dagli esseri viventi in un universo continguo. L'insieme degli universi è chiamata Multiverso; in uno di essi, l'Alfaverso, gli umani hanno imparato a muoversi tra essi ed apprendere ricordi ed abilità dei loro omologhi in ognuna di queste realtà alternative. Nell'Alfaverso, Evelyn è stata una persona di scienza che si è opposta all'entità maligna Jobu Tupaki (Joy, nel "nostro" universo), la quale ha recuperato forza e si appresta a distruggere il Multiverso con una sorta di "buco nero" artificiale. Di tutto ciò, la nostra Evelyn giunge gradualmente a conoscenza mentre è presso l'ufficio delle tasse per discutere della sua traballante posizione di fronte al fisco, rappresentato dall'arcigna Deidre Beaubeirdre. Waymond, che è con lei, viene a tratti sostituito dal corrispettivo dell'Alfaverso il quale la introduce in questa sconvolgente prospettiva della (o, meglio, delle) realtà. Il confronto con una molteplicità di esse porta Evelyn ad estendere il raggio di azione della propria mente; in virtù di una nuova percezione dell'esistente, affronta piccole e grandi difficoltà con spirito rinnovato. La coppia di registi statunitensi Daniel Kwan e Daniel Scheinert (i "Daniels") dirige un film fantastico, frenetico, ricco di contenuti. Sebbene nel lungo racconto - circa 140 minuti - l'azione non manchi, l'elemento sul quale si concentra la sceneggiatura, e ciò è evidente sin dalla lunga introduzione, che ci presenta la protagonista ed i suoi molti guai, è lo sviluppo del personaggio di Evelyn, una donna particolarmente sfortunata. Abituata a "prendere randellate" dalla vita, accetta le complesse e destabilizzanti rivelazioni sull'esistenza del Multiverso con fatalismo. Sceglie di mettersi in gioco, a tutela di ogni entità, in ogni realtà, consapevole che le prime a giovarsene saranno i suoi cari. Lo scontro finale con l'essere malvagio, la quale le si presenta nelle sembianze della figlia, avviene non con la violenza, bensì con il sentimento, la cui forza è in grado di infrangere le barriere tra universi ed unire in un grande abbraccio ogni essenza alla mercè della sorte. L'epilogo vede risolti i guai di Evelyn nel nostro universo, ma anche quelli della corrispondente, e di altri personaggi, in universi limitrofi. Il nemico non è Jobu Tupaki. I nemici sono l'indifferenza ed il nichilismo; cio che è, contro cio che non è. L'ordine contro il caos. L'amore, la comprensione, l'affetto, il dialogo riempiono i vuoti e ripristinano l'armonia negli universi. Notevole è la quantità di citazioni presenti nel racconto. Elementi della trama e dettagli ricordano "Matrix"; non mancano riferimenti a "2001 Odissea Nello Spazio", alle molte saghe implicanti l'esistenza del "Multiverso", a ... "Ratatouille". Esse contribuiscono a tenere accesa l'attenzione, la quale non può mai mancare, in virtù della complessità delle premesse. Buono il livello della recitazione; la protagonista è interpretata dall'attrice malese Michelle Yeoh. E' presente Jamie Lee Curtis nel ruolo di Deirdre, un personaggio dai molti ruoli, secondo quanti sono gli universi contemplati dalla narrazione. La scelta di rendere protagonista una donna di mezza età, non particolarmente bella, con problemi tipici dell'uomo comune, consente una migliore immedesimazione. Come in altre opere, esempio "La Fine Del Mondo", di Edgar Wright, lo spettatore rimane spiazzato di fronte all'irruzione improvvisa della fantasia in una vicenda dai contorni fino a quel momento plausibili. Per godere appieno della visione è necessaria non solo la sospensione dell'incredulità, ma anche la predisposizione ad ... aspettarsi un po' di tutto. La pletora di elementi incredibili, le fantasie di colori, la molta azione, non fanno passare in secondo piano il messaggio benefico del racconto, l'ampiezza e la condivisibilità del quale mi spinge ad esprimermi positivamente sull'opera, nonostante una certa irregolarità nei ritmi e qualche farraginosità di troppo.

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