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The Sinful Dwarf

Regia di Eduardo Fuller vedi scheda film

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La recensione su The Sinful Dwarf

di undying
6 stelle

Originale e inusuale - per quanto eticamente scorretto - sexploitation danese, divenuto nel tempo un titolo di culto. Non è da escludere che possa anche avere ispirato Alberto Cavallone, quando ha diretto una coppia di hard con un nano perverso come protagonista (Il nano erotico e Pat una donna particolare).

 

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Il perfido nano Olaf (Torben Bille), assieme alla madre perennemente ubriaca (Clara Kelle), gestisce una pensione che all'occorrenza è anche un bordello. Una volta che le sfortunate clienti di passaggio alloggiano nell'hotel vengono drogate, imprigionate, legate, quindi costrette a prostituirsi. I due inoltre contrabbandano eroina per mantenere sotto controllo le ragazze, rese tossicodipendenti. Lo scrittore Peter (Tony Eades), decide di alloggiare temporaneamente nella pensione di Olaf assieme alla graziosa moglie Mary (Anne Sparrow), senza immaginare a quale pericolo quest'ultima sta andando incontro. 

 

"I think you can use her!"

(Lila/Clara Keller al figlio Olaf, in merito all'ipotesi di "carceramento" e training psicologico da riservare all'affascinante Mary)

 

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The sinful dwarf: Tony Eades e Anne Sparrow 

 

Unica e singolare regia di Eduardo Fuller (come Vidal Raski), realizzata con buona parte d'attori alla loro irripetuta esperienza sul set, tranne che per le prigioniere di Olaf, apparse anche in pellicole a luci rosse (ad esempio, Lisbeth Olsen e Jane Cutter) e per lo stesso Torben Bille (1945, 1993 - presente anche nel proto-porno danese della serie sullo zodiaco: Missione sexfinger). The sinful dwarf è destinato a diventare un titolo di culto della sexploitation, non tanto per i contenuti espressi graficamente sullo schermo (abbondano i nudi femminili, ma la versione hard contiene poco più di esplicito), quanto per una malsana atmosfera che regna incontrastata dall'inizio sino alla fine. Fuller dirige senza particolari intuizioni di regia, valorizzando però la tetra e asfissiante location caratterizzata da misere camerette, un attico pieno di giochi e vestiti (utilizzati dalla madre di Olaf, in quanto ex cabarettista che di esibisce per l'anziana sorella mentre il figlio suona il pianoforte), e le celle di segregazione destinate ad ospitare le povere sventurate. Un ambiente che contrasta con la sentimentale e delicata storia d'amore vissuta dai due coniugi. L'effetto ambiguo è provocato anche dalla colonna sonora di tipo romantico, delicata e in opposizione con il tetro contenuto. Mentre un certo malessere durante la visione è suggerito dalla "normalizzazione" della perversione e della cattiveria, resa ingiustamente meno significativa e meno deprecabile dai siparietti che vedono la folle e ubriaca madre, in compagnia della sorella, dilungarsi in lunghe sedute a base di tè e di esibizioni canore, mentre i clienti nelle celle abusano delle ragazze drogate. La protagonista (Anne Sparrow) è poi bellissima, e nella parte finale non lesina nel mostrare un fisico perfetto, costretto in catene e tormentato (con un bastone da passeggio) dal malefico nano.

 

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The sinful dwarf: Anne Sparrow 

 

I titoli di testa, geniali, offrono una sfilata di pupazzi meccanici in animazione (orsacchiotti, cavallucci, scimmiette, volpi, trenini ecc...), anticipando in parte il ruolo fondamentale degli stessi (utilizzati come vettori di sostanze stupefacenti) che appaiono con ripetizione in ogni circostanza, contribuendo a rendere più inquietante con la loro apparentemente innocua presenza l'angosciante ambientazione. Orientato in buona misura al thriller, con un incipit che già annuncia la deriva morale ed etica verso la quale lo spettatore verrà proiettato, The sinful dwarf resta un titolo emblematico della cinematografia estrema, in arrivo da una nazione (la Danimarca) che ha in parte anticipato nei tempi anche il genere delle luci rosse. Il finale metaforico (Olaf gioca con un modellino di macchina della polizia, prima che una pattuglia arrivi sotto alla pensione), ricollegato all'inizio, contribuisce a rendere ancora più intensa la sensazione di smarrimento indotto dalle scorrette e patetiche allusioni sessuali. Perché pur essendo erotico (e horror, anche se in parte un precursore del genere WIP), il film non offre poi tanto materiale esplicito. Anche se è circolato in doppia versione, neppure in quella spinta offre molto di più, se non un paio di minuti hard. Operazione stranissima se considerata con gli occhi di oggi, molto meno se collocata a metà degli anni Settanta quando il film è stato distribuito, finendo però per essere bandito dalla proiezione nelle sale svedesi. Resta forte la sensazione che Olaf sia poi un fratello maggiore del "nano erotico" offerto con molto meno ritegno e un'alta dose di sgodevole pornografia da Alberto Cavallone, celato dietro lo pseudonimo di Baron Corvo. In entrambi i film si respira un'aria malsana, che permane a lungo anche dopo aver terminato la visione e non è ipotesi campata per aria l'idea che Cavallone potesse, se non averlo visto, essere a conoscenza di questo The sinful dwarf. In caso contrario, i due nani peccaminosi raggiungono livelli di miracolosa compatibilità e affinità elettiva, per quanto del tutto identica la deriva morale nella quale operano: misogini, disgraziati, degenerati, sadici, pervertiti, erotomani ma, soprattutto, lillipuziani impotenti.

 

Torben Bille

The Sinful Dwarf (1974): Torben Bille

 

La versione hard

 

Nel tempo di circa 4 minuti aggiuntivi, rispetto all'edizione soft, The sinful dwarf offre ben poco di più sul versante porno:

 

- al minuto 39 si assiste a un close up di penetrazione, eseguita da un cliente con una delle tre schiave di Olaf e Lila. Una scena che non supera i sessanta secondi; 

- al minuto 78 viene invece offerto un 69 mezzo esplicito ed eseguito di fronte agli occhi di Mary, con evidenza del solo blowjob. Anche qui non si va oltre i 90 secondi di durata;

- un paio di minuti in più sono invece riservati alla lunga sequenza dello stupro con il manico del bastone, effettuato da Olaf su Mary mentre si esprime sbavando con facce e smorfie da ossesso. the-sinful-dwarf-movie-poster-1973-1020534252"Conviene salire non più sulle spalle dei giganti, ma su quelle dei nani. Il mercato artistico ha dinanzi a sé un’immensa riserva di caccia."

(Anonimo)

 

Trailer

 

N.B.: il seguente video è riservato solo ed esclusivamente a un pubblico adulto 

The sinful dwarf (Eduardo Fuller, 1974) - Clip

 

F.P. 21/12/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 96'23")

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