Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Sembra un viaggio in treno come gli altri, quello che sta facendo David Dunn quel giorno. Ma il destino è dietro l'angolo e, quando il convoglio deraglia, si scopre che sono morti tutti i passeggeri, ma solo David si è salvato, e incredibilmente senza riportare alcuna ferita.
All'uscita del funerale collettivo delle oltre cento vittime, David trova sul parabrezza della sua auto un biglietto con scritto: «Quanti giorni della tua vita sei stato malato?». Qualcuno comincia a insinuare in David il dubbio che egli abbia doti che agli altri mortali sono ignote, specie quando mette a fuoco che non si è mai chiesto perchè non aveva mai sofferto di un qualunque malanno; l'unico incidente che ricorda è quella famosa contusione riportata nell'incidente che da giovane, lo 'costrinse' (in realtà era l'occasione che aspettava) a smettere di giocare a football....
Dopo il 'Sesto senso', qualunque regista avrebbe avuto bisogno di moltissimo talento e buona fortuna per ripeterne il meritato e clamoroso successo. E l'indiano Shyamalan cerca di ripercorrere il tragitto precedente, restando legato al filone del para-normale, ma innestando il tema della psicologia "malata" del personaggio interpretato da Samulel Jackson, fin da bimbo cresciuto sapendo di una sua fragilità costituzionale e abnorme, ma convinto che sulla Terra vi possa essere un'altra persona con caratteristiche del tutto opposte, praticamente indistruttibile, e che non si fermerà davanti a niente per dimostrare la sua tesi, portando lo spettatore a confrontarsi con il sorprendente epilogo finale.
Per fare in modo che gli attori seguissero lo stesso percorso emotivo dei personaggi, pare che Shyamalan abbia girato le scene con lo stesso ordine con cui comparivano sul copione, tecnica non priva di difficoltà legate alla programmazione delle riprese e al piano di lavorazione degli interpreti.
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