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Gostanza da Libbiano

Regia di Paolo Benvenuti vedi scheda film

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La recensione su Gostanza da Libbiano

di lamettrie
5 stelle

Il classico film in cui la forma, straordinaria, non è assecondata da un contenuto all’altezza; e in cui siffatta forma permette di dimenticare le mende di tale contenuto.

La fotografia è sublime, da grande cinema di 100 anni fa. Il contenuto è ambiguo, irrisolto in ambizioni ben superiori alle possibilità di chi lo ha scritto: più che altro, la sceneggiatura (tratta peraltro da una storia vera) è un fallimento.

La protagonista è una psicopatica, che sembra far di tutto per avverare le accuse contro di lei, e mettere in buona luce i suoi accusatori. Se proprio si doveva trattare questo tema, era forse meglio scegliere una storia reale in cui fossero evidenti le forzature menzognere degli accusatori. Ovviamente, il tribunale dell’inquisizione fa la pessima figura che merita, sia chiaro: la cultura della menzogna, praticata proprio mentre si dice di voler far emergere semplicemente la verità, è evidente, anche proprio perché incentivata dalla violenza e alla tortura, che lascia ben poco spazio alla libertà di dire la verità (e questo è l’unico aspetto storico di denuncia chiaramente corretto, in una resa peraltro filologicamente lodevolissima, anche per la splendida favella toscana). «Vi abbiamo ammonito e esortato, ma sempre benignamente, con la pietà di Cristo»: una classica impostura, proprio perché l’accompagnamento è quello della tortura. La condanna a metodi gravissimi e mai accettabili, sotto alcuna giustificazione, metodi che la Chiesa ha messo in atto per secoli, è, per fortuna, netta.

Si possono però legittimamente fare illazioni a partire da ciò che si vede, per valorizzare il film. La protagonista cita la causa della sua follia nello stupro di gruppo subito da bambina, condotto da chi se l’è presa sposa, da bambina, in un matrimonio ovviamente tragico. La donna è una vittima dunque: ne ha ben donde, certo. Inoltre, mentre lei delira da malata di mente, gli inquisitori, dottori cattolici, dicono cose non meno deliranti (la natura spirituale del diavolo…) da lucidi: ciò fa risaltare il marciume morale e intellettuale di un sistema cattolico falso e psichicamente ammalante, che (sembra l’ipotesi migliore che si può portare a sostegno del film) pare essere la vera causa della terribile (per quello che ella stessa ammette) psicopatia della donna: è il sistema cattolico del credere negli spiriti, in ciò che non esiste se non nella fantasia, che indulge nelle allucinazioni, che socialmente premette il maschilismo e quindi gli stupri… è questo sistema che inevitabilmente non può che produrre frutti malati, come ogni albero malato che si rispetti (pur ricordando anche gli straordinari meriti che la tradizione religiosa ha avuto, cattolica e non).

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