Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
Ibridamente più che occhieggiante alla Babette dell'omonimo pranzo e all'Antonia dell'omonimo albero, la cioccolataia cristallinamente pura nel suo libero ateismo, apparentemente scevra da fisiche schiavitù, autentica mina vagante nell'ipocrisia del più becero bigottismo, finirà con lo smentirsi clamorosamente offrendo le sue comunque femminili cosce al più improbabile degli zingari e rivelando tutto sommato una psiche che ne ribalta l'impostazione di base (al contrario delle sue ben più coerenti muse Antonia e Babette). Un film che parte al femminile, transita nel maschile e termina nel facile quanto improponibile lieto fine, come se bastasse affogarsi un attimo nel piacere del cacao (droga? sesso?) per soffocare secoli di urticante moralismo.
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