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Animali Fantastici 3: I Segreti di Silente

Regia di David Yates vedi scheda film

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La recensione su Animali Fantastici 3: I Segreti di Silente

di YellowBastard
6 stelle

Sono passati solo quattro lunghissimi anni dall’ultimo capitolo (I crimini di Grindelwald) del “prequel” di Harry Potter ma é come se ne fossero passati dieci.

Johnny Depp, chiamato a interpretare proprio il cattivo Gellert Grindelwald (e star della saga), é caduto in disgrazia (almeno agli occhi dei produttori hollywoodiani) a causa del processo intentatogli dall’ex moglie Amber Heard.

Ezra Miller, ovvero Credence Barebone, é spesso incappato in problemi di autocontrollo della rabbia, riuscendo anche a farsi arrestare in Messico proprio durante l’ultimo tour promozionale di Animali Fantastici 3.

L’attore Kevin Guthrie, che aveva il ruolo di Abernathy nei precedenti capitoli, é stato invece arrestato per stupro e, quindi, licenziato all’istante.

Anche la stessa J.K. Rowling, ovvero proprio la mente dietro il successo di Harry Potter ed eminenza grigia di questo suo spin-off, è diventa improvvisamente (inspiegabilmente?) una figura controversa sui social per alcune sue dichiarazioni sulla comunità transessuale.   

Il tutto mentre nel mondo esplodevano perfino una pandemia e, a seguire, una guerra proprio nel cuore della vecchia Europa.

 

In parole povere la saga di Animali Fantastici sembra inevitabilmente a rischio.

E non soltanto, per quanto hanno finito per influenzarla pesantemente, per motivi totalmente esterni alla sua componente più strettamente “artistica”. Anche Il riscontro di pubblico e di critica dell’ultimo capitolo, inviso a gran parte degli uni e degli altri, ha dato un durissimo colpo alla credibilità del progetto Warner.

Come fare per uscirne fuori?

 

Animali Fantastici 3 - I segreti di Silente (2022) recensione film | Cinema

“Il piano è non avere un piano”.  

 

Terzo capitolo (e capitolo centrale di quella presentata in origine come una pentalogia) di una saga che fatica terribilmente a trovare una propria identità, probabilmente schiacciata dal confronto con l’enorme successo di quella originale, Animali Fantastici della ormai rodata coppia J.K. Rowling & David Yates giunge quindi a una sorta di “giro di boa” per un capitolo decisamente di passaggio (o di transizione) e che ha lo scopo principale di correggere i tanti errori commessi nella pellicola precedente costruendovi attorno una nuova base di (ri)partenza.

 

E probabilmente non é un caso che J.K. Rowling, unica sceneggiatrice dei primi due capitoli, questa volta sia stata affiancata anche da Steve Kloves, autore di tutti il film di Harry Potter, come a voler dimostrare che scrivere romanzi e sceneggiature cinematografiche non sia esattamente la stessa cosa (ed eccellere in una di queste non significa automaticamente riuscire anche nell’altra).

 

In realtà succede davvero molto poco di nuovo, piuttosto si rettificano (o si cancellano) molte delle cose introdotte (malamente) nei film precedenti, chiudendo diverse parentesi, in primis sul personaggio di Credence, centrale nelle prime due pellicole e qui quasi messo da parte, chiudendo anche frettolosamente il suo percorso come a volersi liberare del personaggio (e presumibilmente anche del suo bizzoso interprete), scompaiono nel nulla alcuni personaggi (che fine a fatto Nagini?) mentre si torna a dare maggiore spazio alle creature fantastiche del titolo ma, curiosamente, viene anche decentralizzata la figura di Newt Scamandere, fin dall’inizio il vero protagonista della saga, e del suo gruppo di amici che perde per strada anche la Tina di Katherine Waterston così come viene lasciata in sospeso (per riprenderla oppure no in seguito) anche la sua storia romantica con Newt, mentre invece si cerca di dare più spazio possibile al personaggio di Albus Silente, l’unico presente anche nella saga di Harry Potter e quindi (forse) l’unico di cui il pubblico importi davvero qualcosa (e comunque che l’attrattiva principale del film fosse proprio Silente era lo stesso titolo del film ad annunciarlo), dimostrando come il rimpasto (definitivo?) della saga abbia coinvolto non soltanto un ripensamento dei ruoli ma anche le stesse dinamiche all’interno della storia.

 

Ma a sorprendere é soprattutto come il film si concluda in modo così netto, azzerando tutto (o quasi). Come se, in caso di insuccesso e/o di eventuale nuove problematiche, si sia pensato (magari anche solo come precauzione) di concluderla anche così, la saga, mentre, in caso di successo, si avrebbe comunque la possibilità di ripartire praticamente da zero, recuperando quello che ha funzionato e lasciandosi dietro invece tutto il resto.

 

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Me contro te. (Sofì e Luì)

 

Ad un Eddy Redmayne che non é più il fulcro narrativo della storia, pagando incolpevolmente e in prima persona le mancanze di una scrittura e di una storia (ad ora) fin troppo pasticciata, viene in aiuto la figura di Albus Silente di un ottimo Jude Law, promosso a protagonista della pellicola (o della saga?), e dopo Colin Farrell e Johnny Depp a indossare i panni di Grindwald viene chiamato invece l’ottimo Mads Mikkelsen.

Il suo Grindelwald non é quello di Depp ma funziona egregiamente, liberandosi di un pò di sana follia per donargli invece una certa profondità psicologica prima soltanto accennata, oltre a una cupezza e una freddezza (anche di forma) piuttosto efficace.

Nel resto del cast ritornano il babbano Dan Fogleroltre a Ezra Miller, Alison Sudol, Jessica Williams, Callum Turner, William Nadylam, Richard Coyle, Victoria Yates, Oliver Masucci, Valerie Pachner e, in quello che é poco più che un cameo, anche Katherine Waterston.

 

Al timone rimane (purtroppo) sempre David Yates, ormai fedele braccio destro di Rowling fin dal 2007 con Harry Potter e l’Ordine della Fenice, che continua a mostrare la solita mancanza di personalità limitandosi a esaltarne i costumi, la scenografia o gli effetti speciali e/o a cercare di valorizzare attori e creature (non necessariamente in quest’ordine).

 

Quello che rimane di questa terza pellicola, comunque un miglioramento rispetto all'ultima, é un altro capitolo di transizione (non si capisce poi esattamente verso cosa) che chiude certe parentesi, specificamente cercando di tappare i buchi ereditati da quelle precedenti e che avevano lasciato perplessi pubblico e critica, lasciandone poi altre aperte per il proseguo di una saga di cui percepiamo però un senso di incompiutezza, non reggendo il confronto non solo con la sua serie madre (Harry Potter) ma anche con gli altri blockbuster odierni.

 

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VOTO: 6

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