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Holy Spider

Regia di Ali Abbasi vedi scheda film

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La recensione su Holy Spider

di diomede917
8 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917:HOLY SPIDER

Presentato all’ultimo Festival di Cannes e vincitore delle Palma d’oro per la migliore interpretazione femminile (una sontuosa Zar Amir Ebrahimi), Holy Spider è uno dei migliori film di questa stagione cinematografica.

Il Regista Ali Abbasi è riuscito nell’impresa di mettere in scena un thriller inquietante che ha dei forti rimandi sia allo Zodiac di David Fincher che al Frenzy di Alfred Hitchcock ma che riesce a spiegarci in modo secco e crudele della situazione attuale della donna in Iran attraverso le gesta del primo serial Killer iraniano che tra il 2000 e il 2001 ha ucciso strangolandole col loro foulard 16 prostitute con l’intento di purificare la città sacra di Mashad.

Il Regista parte subito piatto e senza sconti, la rappresentazione del primo omicidio che apre il film è una sorta di rituale.

Segue passo passo la vittima che prima di andarsi a prostituire mette a letto la figlia, vive in un tugurio di casa. Vediamo due amplessi abbastanza espliciti, la TV parla dell’attentato delle Torri Gemelle e prima di andare incontro al proprio destino deve prendersi la sua dose quotidiana di crack.

Ali Abbasi non ci risparmia niente, il suo omicidio viene visto attraverso il primo piano del suo volto sofferente che prima di esalare il suo ultimo respiro implora al serial killer “Ho una figlia”.

Holy Spider parte in modo quasi convenzionale, il film segue le gesta di una giornalista che viene da Teheran con il chiaro intento di evidenziare il ruolo marginale della donna nella società iraniana soprattutto se è sia prostituta che tossicodipente.

Lei stessa è una ribelle discriminata, è una donna che è stata licenziata perché ha rifiutato le avance del suo capo (anche se le voci di corridoio non dicono così). Una posizione che fa emergere anche l’ambiguità e il ruolo della polizia locale che sotto sotto vede nel Serial Killer una sorta di spazzino morale che ripulisce le strade dalla spazzatura del peccato.

Ma piano piano che la storia si sviluppa si trasforma in una personalissima caccia all’uomo. Il Regista in parallelo ci presenta l’uomo, un ex militare adesso instancabile muratore, un uomo dedito alla famiglia ma soprattutto alla religione. Un uomo rispettato con alti valori morali.

Ma è dopo la cattura dell’uomo, grazie al sacrificio della giornalista che si è trasformata in prostituta per adescarlo, che il film vola e diventa un grande atto d’accusa verso l’Iran di oggi.

L’uomo diventa una sorta di eroe locale, la gente comune fa la spesa alla famiglia per aiutarla economicamente mentre il capo è in carcere, la moglie è addirittura orgogliosa di un marito che ha fatto un servizio che dovrebbe essere a capo della politica.

Il processo diventa una sorta di show mediatico dove il serial killer si erge a paladino e martire del Corano.

Ma è nell’ultima scena, dove un ragazzino emula le gesta del padre e orgogliosamente simula un omicidio avvenuto nella propria casa usando la sorellina come prostituta, che Ali Abbasi ci comunica che è veramente difficile cambiare una mentalità che viene radicata fin dall’infanzia alle future generazioni.

Bello, Intenso e convolgente.

Holy Spider è un film che rimarrà dentro per tanto tempo.

Voto 8

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