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Sabato sera, domenica mattina

Regia di Karel Reisz vedi scheda film

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La recensione su Sabato sera, domenica mattina

di Antisistema
10 stelle

Arthur Seaton (Albert Finney) e Bert, passeggiano per le strade buie di Nottigham in uno dei suoi sabati sera fatti di alcool e pub, quando dietro di lui un uomo con un mattone spacca una vetrina; nel gesto di quest'anonimo signore c'è una latente insofferenza sociale pronta ad esplodere in un gesto improvviso e violento, che rompe la monotonia della serata. Una folla di passanti subito accorsa blocca l'anziano signore e chiama la polizia, mentre Arthur e Bert prendono le parti dell'uomo cercando di farlo scappare via, schierandosi contro la gente.

Di questa tensione vive Sabato sera, domenica mattina di Karel Reisz (1960); una pellicola che vive di contrasti forti ed accesi tra poli opposti; operai-padroni, genitori-figli, anticonformismo-conformismo e giovani-anziani, fornendo così un ritratto lucido e caustico della società inglese che il cinema dell'epoca si ostinava a non raccontare, prediligendo invece storie tratte da opere narrative letterarie che non avevano attinenza con la realtà sociale dell'epoca. 

 

 

Durante la settimana Arthur Seaton sgobba tutto il tempo in una fabbrica di componenti per le biciclette, sfornando un migliaio di pezzi intorno ad un tornio, con un ritmo logorante e costante, ma senza sforzarsi troppo, poichè a differenza di altri lavoratori ha capito subito che se si sforzasse maggiormente, per lui non ne verrebbe nulla di più in tasca e quindi tanto vale limitarsi a produrre il quantitativo di pezzi necessario per poi pensare alla cosa più importante; il divertimento. 

Per il giovane immerso in un lavoro alienante ed usurante, affronta la vita con una forte ironia all'insegna di un umorismo caustico che conferisce una certa originalità narrativa a questo film sulla working class britannica, il quale risulta lontano dei toni dai drammi inglesi degli anni 80' sul tema, seppur questo non gli faccia perdere nulla della propria potenza cinematografica. 

Tra un lavoro ingrato e dei genitori rincoglioniti dalla società dei consumi, poichè passano tutto il tempo a casa vicino la TV; per Arthur il divertimento consiste in bevute in gare di birra ad un pub e una tresca clandestina con Brenda (Raechel Roberts), donna sposata con un collega di lavoro di Arthur. 

Il ragazzo vive l'esistenza con un certo grado di umorismo, godendosi il più possibile il divertimento del sabato sera, per poi constatare come la domenica mattina sia già distrutto e depresso, poichè pensa al giorno dopo al logorante lavoro in fabbrica. Arthur è un ribelle con una certa gioia di vivere, ma senza alcuna ideologia forte di base se non trarre il massimo profitto dalla noia quotidiana per sè stesso. Egli dichiara di votare per i "rossi" (i comunisti), ma non per coscienza di classe, ma solo per liberarsi del suo caporeparto che gli mette i bastoni tra le ruote, poichè lo accusa (a ragione), dei suoi scherzi infantili ed idioti nei confronti dei suoi colleghi, fatti allo scopo esclusivo di ammazzare la noia. In effetti Arthur è insofferente alle regole, poichè da attento osservatore della realtà ha capito come essa sia monotona, uguale a sè stessa e triste, così cerca di spassarsela il più al lungo possibile e questo ad alcuni vicini come una signora grassona non và giù; tanto che Arthur ad un certo punto dopo vari screzi con "la balena" (una signora grassa molto antipatica e pettegola), decide di nascosto di caricare un fucile a pallini e spararle dei proiettili nel sedere; giusto per abbattere il grigiore della domenica mattina. Un gesto divertente con un tipico umorismo caustico inglese, che rende bene l'infantilismo del protagonista.

 

 

A questa esistenza trasandata, sembra voler mettere fine Doreen (Shirle Anne Field), giovane ragazza che aspira a sposarsi e che se la intende con Arthur, il quale però non sembra molto convinto del matrimonio con la giovane, seppur sia più vicina alla sua età rispetto a Brenda ed inoltre è anche single. 

La ribellione di Arthur Seaton sembra essere destinata alla sconfitta anche per banale presa di coscienza del suo protagonsita, poichè ovunque và, vede un paesaggio sempre uguale a sè stesso (i campi lunghi sui tetti ed i camini delle case di Nottingham tutti uguali e deprimenti nel grigiore del fumo della città) che minaccia sempre più le aree verdi, per inglobare a poco a poco anche il piccolo fiumiciattolo dove il giovane si ritira a pescare di domenica mattina. 

Albert Finney all'epoca venne paragonato ai vari Marlon Brando, James Dean o Paul Newman, per la sua carica ribelle nella recitazione e per il suo sex appeal derivante dal suo bell'aspetto; non è un accostamento corretto poichè l'attore è si un elemento di forte rottura nell'impostazione recitativa, ma non cerca mai una posa divistica, nè vuole far strabordare la sua personalità dal personaggio che interpreta; in sostanza resta inglese sino alla fine. L'attore sà bene quando azzerare il suo fascino per immergersi appieno nella monotonia lavorativa del suo personaggio, riuscendo a conferire ad esso una naturale gioia di vivere che sà tanto di presa di coscienza amara che è impossibile sconfiggere tale sistema. Arthur potrà anche continuare a lanciare sassi contro le case come dice, ma il regista ne dubita fortemente, tanto che alla fine inquadra un campo lungo dove Finney si avvia verso tali case, pronto ad omologarsi volente o nolente al grigiore della vita, che metterà fine a tutte le sue illusioni e sogni di libertà. Il personaggio è lontano anche da quelli del cinema americano anni 70', poichè sà benissimo che andare allo scontro frontale con il sistema, lo porterà solo alla sconfitta totale, quindi tanto vale farne parte per poi cercare di spassarsela in qualche modo.

Grosso successo di pubblico e critica all'epoca, con varie nominatio ai BAFTA, contribuì a lanciare Albert Finney come attore di punta del Free cinema inglese, che vinse anche il NBR come miglior attore; senza però una nomination agli oscar che avrebbe di certo meritato, ma non gradito per la sua rispettabile avversione verso i premi "borghesi" che uccidono l'attore (niente uccide più della fama e del culto della perosnalità secondo Albert Finney). Oggi è un film purtroppo dimenticato, nonostante Mereghetti gli dia 3.5 stelle (ne meriterebbe 4) e che andrebbe riscoperto senz'altro. 

 

FIlm aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

 

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