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L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente

Regia di Bruce Lee vedi scheda film

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La recensione su L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente

di mm40
4 stelle

Da Hong Kong Chen vola a Roma per aiutare degli amici, proprietari di un ristorante cinese minacciato da una gang di malavitosi. A suon di calci volanti Chen riporterà pace e giustizia.

L’incredibile parabola di Bruce Lee nel cinema raggiunge il suo apice in questo L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente, da lui stesso peraltro scritto; certo, il titolo originale Menglong guojiang, che suona tipo ‘Il Dragone attraversa il fiume’, era quantomeno più espressivo, ma si sa: i traduttori italiani sono creativi. Per spazzare immediatamente ogni dubbio in merito al valore artistico di questa pellicola, bisogna dire con la massima chiarezza che si tratta di un film di botte – punto e basta, tutto il resto è pretesto per mettere in scena scazzottate più o meno lunghe, più o meno acrobatiche, più o meno fantasiose, più o meno (in genere meno) violente. La storia è risibile oltre ogni dire, la recitazione davvero modesta, la regia (del protagonista, debuttante dietro la macchina da presa) visibilmente priva di fantasia e l’ambientazione cartolinesca vale quella di qualsiasi musicarello nostrano (per quanto sia intrigante osservare Bruce Lee a passeggio a Villa d’Este o impegnato a combattere dentro al Colosseo): non ci sarebbe proprio nulla di nulla di interessante da vedere in questo film, senza il fascino del protagonista – presto divenuto maledetto: sarebbe morto l’anno seguente – e soprattutto senza la leggendaria scena finale ambientata precisamente all’Anfiteatro Flavio nella quale si svolge un duello appartenente di diritto alla mitologia cinematografica: quello tra Lee e Chuck Norris. Qualsiasi ulteriore aspettattiva su L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente, però, rimarrà puntualmente delusa. Particina per Malisa Longo, accreditata nei titoli di testa come “italian beauty”. 4/10.

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