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Trama

Opera-concerto totale a partire dai brani contenuti nell'album In questa storia che è la mia registrata nel 2021 presso il Teatro dell'Opera con parole e musiche di Claudio Baglioni, con la direzione artistica di Giuliano Peparini, la regia televisiva di Luigi Antonini, con i complessi artistici del Teatro dell'Opera.

Curiosità

L'OPERA-CONCERTO TOTALE DI BAGLIONI

L’opera-concerto totale è eccezionale non solo nell’ideazione – parole e musiche di Claudio Baglioni, direzione artistica di Giuliano Peparini - ma soprattutto nella realizzazione. In tempi normali, infatti, non sarebbe mai stato possibile dar vita a un’opera che trasforma in ambiente scenico ogni spazio - retropalco, palchi, golfo mistico, platea, foyer, camerini e corridoi - del Teatro nel quale va in scena.  Per questa occasione, artista, orchestra, coro e parte del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, musicisti, vocalist, danzatori, performer e acrobati animano ogni angolo della struttura, illuminando di sé, oltre al palcoscenico, tutti quegli spazi che, solitamente, non sono luoghi di rappresentazione.

«La ferita dei teatri vuoti ci ha colpiti al cuore e faticherà a rimarginarsi – ha raccontato Claudio Baglioni – Per questo ho cercato di contribuire a riempire quel vuoto, portando in dono al teatro tutto quello che avevo da dare. Musica e parole, naturalmente. Ma anche un’Opera - In questa storia che è la mia – che fonde recitazione, danza, gesto, giochi di luci e suoni, “quadri” animati da performer, e nella quale grande orchestra, coro lirico, coristi e band diventano co-protagonisti della narrazione. Ognuno di noi - con la propria arte, sensibilità, intensità, espressività - ha provato a cancellare il vuoto del teatro, riempiendolo, letteralmente, di vita. E, così, tutto - palcoscenico, golfo mistico, platea, palchi, loggioni, foyer, corridoi, backstage – è diventato scena. Uno spettacolo totale in uno spazio scenico totale, nel quale - per la prima volta - l’idea wagneriana dell’arte totale si realizza in una architettura totale. In questa storia che è la mia è davvero uno spettacolo eccezionale per tempi eccezionali. E non solo perché in “tempi normali” non sarebbe mai stato possibile concepirlo né realizzarlo ma, soprattutto, perché credo ci sia bisogno di idee eccezionali per aiutare certe ferite a rimarginarsi, e trasmettere le energie che servono a fare di dolore, difficoltà e privazioni i semi per costruire un futuro nuovamente degno di questo nome».

Arte totale, teatro totale, estetica cinematografica.

Un’anteprima assoluta. Non solo perché tema, narrazione, canzoni e allestimento musicale e scenico sono originali ma, soprattutto, perché In questa storia che è la mia riprende - estendendola - l’idea wagneriana di opera d’arte totale. Arte totale in un intero teatro, dunque - in tutti i significati che il combinarsi di queste due formule è in grado di esprimere – che finisce, però, col rivelare un’estetica cinematografica, tanto da trasformare In questa storia che è la mia in un inedito FilmOpera. Come accade nella cinematografia, infatti, le diverse scene di questo straordinario atto unico (scene rese ancora più suggestive dal ricorso ad effetti di luce e soluzioni illuminotecniche che normalmente non si vedono nei teatri di tradizione all’italiana) sono state riprese da diversi punti di vista – attraverso un incalzante ed emozionante uso di campi e controcampi - in modo da unire al lirismo fisico del teatro, la magia metafisica del cinema.

Storia di un amore e dell’amore.

È la storia di un grande amore e dell’amore stesso: amore personale - reale o ideale, fisico o mentale, vissuto o semplicemente vagheggiato ma, sempre inatteso, sorprendente, travolgente - di un “uomo di varietà” e della sua “principessa”. Ma anche amore universale: antico, eppure ogni volta incredibilmente nuovo, che anima ogni venatura del tempo – passato, presente e futuro – e dà senso e valore a tutte le stagioni della vita: fanciullezza, adolescenza, gioventù, maturità.

L’opera-concerto.

Lo spettacolo si apre con un monologo evocativo e rapsodico - scritto da Claudio Baglioni e interpretato da Pierfrancesco Favino - e un preludio danzato affidato all’étoile Eleonora Abbagnato.

La direzione di orchestra e coro è di Danilo Minotti, mentre la direzione della band di Baglioni è affidata a Paolo Gianolio, che ha firmato gli arrangiamenti e le orchestrazioni di nove dei quattordici brani dell’album. Gli arrangiamenti degli altri sette brani portano, invece, la firma di Celso Valli. I contributi solistici sono di Giancarlo Ciminelli, Alessandro Tomei, Roberto Pagani, Danilo Rea e Giovanni Baglioni, che esegue la suite finale dell’album.

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2021
2021
Uscito nelle sale italiane il 1 novembre 2021
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