Il ragazzo insieme al quale Anna e Thomas formavano il loro complesso musicale, non avrebbe dovuto morire. E, successivamente, Anna non avrebbe dovuto baciare Thomas. Né avrebbe dovuto lasciare tutto e trasferirsi da Copenaghen a Berlino. E sicuramente Thomas non avrebbe dovuto ripresentarsi e ricomparirle davanti, dopo che ormai lei se n'era andata via e aveva cominciato una nuova vita. Ma la musica trova sempre la sua strada. Prima di scovare la propria voce nella vita e nella musica, Anna dovrà imparare ad amare, a perdonare, a dimenticare, nel corso di un'estate berlinese.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Da quando ho cominciato a mettere insieme immagini e suoni, nei miei primi esperimenti cinematografici, la combinazione di immagini e musica è stata per me la parte più emozionante del lavoro di regista. In realtà, la parola “emozionante” è un eufemismo. Si tratta della più profonda fra le esperienze artistiche: la sensazione di poter scavalcare le parole per narrare la tua storia. Alla luce di tutto questo, è naturale che il mio primo lungometraggio di finzione parli di musica e musicisti, del ruolo che la musica può svolgere nelle nostre vite, e di come la musica possa raccontare la storia delle nostre esistenze.
Per me i contrasti sono un elemento fondamentale. I momenti veramente interessanti si vivono spesso nel contrasto, nella contrapposizione. Cerchiamo di ridere per cancellare il nostro dolore o per nasconderlo agli altri. I momenti più belli di questo film si trovano spesso quando la tragedia incontra la bellezza o la gioia. Nel film, scavo proprio nell’area in cui si incontrano contraddizioni e sentimenti contrastanti".
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Confusa è la messinscena nel suo complesso: Moberg afferma che nel corso delle riprese sia stata data grande libertà agli attori, ma a mancare, probabilmente, è un chiaro obiettivo di fondo.
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