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Todo modo

Regia di Elio Petri vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Todo modo

di axe
7 stelle

Mentre l'Italia è vittima di una misteriosa epidemia, gli esponenti di spicco di un partito politico di primo piano, si radunano all'interno di un bunker sotterraneo collegato ad una catacomba, con lo scopo di partecipare ad un ritiro "spirituale". Una sequenza di omicidi scuote il consesso; mentre la "giustizia terrena" compie le sue mosse, i notabili, benchè spaventati, non mutano il loro atteggiamento. Elio Petri, ispirato da un romanzo omonimo di Leonardo Sciascia, realizza una rappresentazione allegorica, in chiave grottesca, del gruppo di potere che, nei decenni del dopoguerra, ha avuto in mano le sorti dell'Italia. Personalità di spicco di un partito d'ispirazione cattolica - con ogni edivenza, la Democrazia Cristiana - legate a doppio filo con alti prelati e capitani d'industrie e di banche - quasi indifferenti all'emergenza epidemiologica, proseguono, all'interno dei cupi locali dell'albergo-bunker, nei loro giochi di potere; ognuno di loro, dietro una facciata di rispettabilitià, esprime propensione all'intrigo, avidità, egoismo, inconcludenza. In questa elìte spicca la figura di M. (nella quale è riconoscibile Aldo Moro), interpretato dal versatile e bravissimo Gian Maria Volontè, un leader dai modi concilianti, affabile e riflessivo, ma non meno peggiore degli altri membri della sua cerchia. Notevole, altresì, il personaggio di Don Gaetano (Marcello Mastroianni), una "guida spirituale" non certo irreprensibile, poichè strettamente legato ad interessi materiali ed all'ossessione per il potere. Evocativa l'ambientazione, un bunker i cui locali comuni hanno pareti in nudo cemento ornate di inquietanti quadri e statue, in contrasto con i comfort di cui sono dotate le stanze dei singoli occupanti. Una colonna sonora d'effetto accompagna l'evolversi del racconto, che si conclude con una strage. Un'intera classe dirigente distrutta grazie ad una forza disgregatrice sviluppatasi al suo interno; la sterilità dei giochi di potere, la dialettica fine a sè stessa, la tensione solo apparente alla verità, alla giustizia, alla carità cristiana, pone i presupposti per l'estinzione dei personaggi del racconto, protagonisti, noti o meno noti, di decenni di storia italiana ed in parte responsabili delle derive morali patite dalla società dell'epoca. Oltre ai due attori già citati, altri interpreti di rilievo sono Mariangela Melato - la servile moglie di M. - Michel Piccoli, Franco Citti e Ciccio Ingrassia. Questo film, tra commedia nera e dramma, dal ritmo molto lento e nonostante ciò avvincente, si è rivelato un'opera profetica; le non molto velate accuse del regista troveranno definitiva conferma a quindici anni di distanza, con i fatti di tangentopoli.

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