Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Il terzo film della trilogia surreale di Lucio Fulci mantiene l'imperativo della visionarietà sulla narrazione, e nonostante le falle di una storia grossolana, il film è un vero e proprio incubo ad occhi aperti. Posso dire che bello e visivamente efficace come "Quella Villa Accanto al Cimitero", il primo della trilogia, non ce n'è nessun altro. Ma sia questo zombie-movie che "L'Aldilà" rimangono ugualmente delle preziose testimonianze di Cinema con l C maiuscola, in cui non bisogna per forza di cose spiegare tutto, ma lasciare all'immagine il compito di stupire, affascinare e, in questo caso, perturbare. Se le immagini non ci parlano, la sfida del cinema è finita. Mario Bava lo sapeva benissimo, e come lui molti altri tra cui Argento. Una via estetica horror è quella che questi registi hanno trovato per poter apportare qualcosa di nuovo in termini di linguaggio cinematografico. La scena in cui Venantino Venantini uccide in un raptus di follia il povero Bob, oltre che a preannunciare la straordinaria scena della perforazione dell'occhio in "Zombie 2", è una gustosissima scena splatter, ma anche un esercizio cinematografico in cui il montaggio dilata il tempo, e diventa elemento horror. Da osservare che poi Venantino Venantini non lo vediamo più. In un normalissimo film americano, sarebbe tornato sul finale per essere punito, e trovare così una spiegazione al suo gesto e una matematica conseguenza. In Fulci questo, grazie a Dio, non succede. I film che vogliono fare 2+2=4, hanno vita e memoria breve.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta