Espandi menu
cerca
Buon funerale amigos... paga Sartana

Regia di Giuliano Carnimeo vedi scheda film

Recensioni

L'autore

marcopolo30

marcopolo30

Iscritto dal 1 settembre 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 125
  • Post 3
  • Recensioni 3013
  • Playlist 11
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Buon funerale amigos... paga Sartana

di marcopolo30
5 stelle

Resta questo con ogni probabilità il miglior film della serie Sartana, scritto e girato con un minimo di attenzione per i dettagli e con un registro narrativo gradevolmente scanzonato, dopo quello sfacciatamente farsesco dell'episodio precedente. Belle le musiche.

Questa terza incursione di Anthony Ascott/Giuliano Carnimeo nel mondo di Sartana è senza dubbio la più riuscita. Curati sono per una volta i dettagli, che sono poi quelli che in ultima analisi fanno la differenza tra la serie A e i campionati amatoriali: nella partita a carte con il cinese si possono apprezzare ad esempio i dollari degli Stati Confederati d'America al posto di quelli dell'Unione, sfortunatamente la qualità di tale tocco di classe si deprezzerà una mezz'oretta più tardi quando sulla tomba del bandito Piggot si legge “Born 1860 Died 1899”, mentre i dollari di cui sopra uscirono di scena -va da se- con la sconfitta degli Stati Confederati negli anni '60 del secolo XIX. E sempre sulla medesima falsariga un po' assurdo che a oltre trent'anni dalla fine della guerra di secessione uno dei fratelli di questi indossi ancora una logora divisa confederata!!! Per quel che riguarda il registro usato dall'autore, si rientra qui saggiamente nei canoni del vagamente scanzonato, dopo lo sfacciatamente pagliaccesco del precedente episodio (“C'è Sartana, vendi la pistola e comprati la bara!”). Molto belle inoltre le musiche composte da Bruno Nicolai anche se 'ispirate' un po' troppo da vicino da quelle che Mastro Morricone aveva composto pochi mesi prima per “Gli avvoltoi hanno fame” di Don Siegel. Un po' stancante invece l'abuso del zoom-in - zoom-out, quasi fosse un giocattolo nuovo messo nelle mani di un bambino che non riesce quindi a staccarsene. E per le locations risulta un tantinello ovvio il fatto di trovarsi da qualche parte sugli Appennini e non nel Sud degli States, cosa questa palese in troppi paesaggi ma anche altrettanto inevitabile per produzioni di questi livelli. Un'ultima curiosità riguarda invece la pubblicità 'occulta' del Drambuie, specialità liquorosa che viene infilata a forza in una storia del west nonostante all'epoca non esistesse nemmeno (venne introdotto sul mercato per la prima volta nel 1910 e per di più in Scozia, a cioè 20.000 km dal West!).

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati