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Un detective. Macchie di belletto

Regia di Romolo Guerrieri vedi scheda film

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La recensione su Un detective. Macchie di belletto

di will kane
6 stelle

E' un titolo un pò perso nell'abbondante filmografia di genere a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta, quando l'Italia sfornava film a ripetizione, che fossero d'autore, imitazioni, dichiaratamente di cassetta o tentativi di emulare le produzioni internazionali: in questo lungometraggio, conosciuto anche con il titolo "Tracce di rossetto e droga per un detective", oppure "Macchie di belletto", come il romanzo di Ludovico Dentice da  cui è tratto, Franco Nero interpreta un funzionario di polizia corrotto e dai metodi molto personali, che accetta dei soldi da un potente principe del foro, affinchè riesca a interrompere la relazione del figlio con una cantante straniera con i documenti non in regola. Ma l'assassinio del discografico con il quale la ragazza è sotto contratto, e la probabilità che la stessa sia l'autrice del delitto, complica le cose a tutti. Molte belle donne in una vicenda torbida, in cui il non cristallino protagonista, tuttavia, trova una sorta di via di riscatto. L'aspetto giallo del racconto non è la cosa migliore di questo film, che ha comunque un suo fascino nel disegnare un quadro in cui nessuno esce pulito dalla vicenda, e si riserva, tuttavia, un finale non scontato. Franco Nero gioca sull'ambiguità del suo personaggio, menando ceffoni al fulmicotone, facendo ora l'infido, ora l'uomo comunque rispettoso delle regole: gli sono intorno varie bellezze dell'epoca, come Delia Boccardo, Florinda Bolkan, e non accreditate, Laura Antonelli e Silvia Dionisio, mentre Adolfo Celi impersona con eleganza un carattere che rivela solo parzialmente le proprie intenzioni. Allestito con maestranze di peso, come le scenografie di Gian Tito Burchiellaro, ed i costumi di Luca Sabatelli, nonchè le musiche di Fred Bongusto, è un discreto giallo con tinte noir non di seconda mano.

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