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Babylon

Regia di Damien Chazelle vedi scheda film

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La recensione su Babylon

di imperiormax89
8 stelle

Movimenti di macchina, piani sequenza, musiche, interpretazioni e montaggio al servizio di una folle storia cinematografica, ma forse meno folle della vita reale.

Un sabato pomeriggio fruttato anche bene con BABYLON (2022) di Damien Chazelle.
Un attore all’apice della sua carriera, un’aspirante attrice di talento, un tuttofare messicano e un trombettista nero vivranno delle vicende sul set magico e sperimentale cinematografico e nei retroscena festanti e roboanti degli anni ‘20 e ‘30. Il tutto con la svolta dell’avvento del sonoro che cambierà non poco le loro vite tra squallori, decadimenti, ipocrisie e crisi. Sarà servito a qualcosa il loro ruolo su questa terra?
 
Sarò sincero, di Chazelle ho purtroppo visto pochi minuti di La La Land e poi ho mollato (i musical proprio non ci riesco a vederli), ma Whiplash invece vorrei recuperarlo. In più, sapendo che in America lo hanno snobbato e criticato, avevo voglia di guardarlo con la ghigna sotto il naso e le mani sfreganti. Dopo ho capito perché. E’ troppo lungo (Mai osassero dirlo dei cinecomics!), inconcludente, con tanti eccessi, linguaggio il più delle volte lacerante (usano non poche volte la parola con la “n”, maledetto politically correct!) e senza un perché definito di tale film. Si vede che gli americani o sono rammolliti o non hanno mai visto Pasolini o Tinto Brass o si fermano alle apparenze. Effettivamente il montaggio è allungato di venti minuti di troppo.
Perlomeno hanno azzeccato il Golden Globe per la colonna sonora che effettivamente è bella figa, ben arrangiata e inserita benissimo nel film, specialmente il pezzo Voodoo Mama

Margot Robbie

Babylon (2022): Margot Robbie

 
Io l’ho trovato a tratti un mezzo capolavoro perché osa tantissimo. Non si vergogna di mostrare l’eccesso più impensabile dove effettivamente servirebbe, ma soprattutto senza svilirne il concetto; tra nudi, droga, alcol, violenza, cagate, pisciate e molto altro. Il divertimento c’è e a volontà, l’ironia è spessa e tagliente come uno spadone Claymore scozzese. Non mancano inoltre i dietro le quinte nei set cinematografici su come lavorassero all’epoca col cinema muto; la scena con il sonoro nuovo è di un morire dal ridere incredibile, di pancia e di testa.
Dalla seconda metà il ritmo cambia, la situazione diventa man man meno caciarona e sempre più grottesca, riflessiva, drammatica e a tratti disturbante, ma senza mancare di coinvolgere lo spettatore.
 
Parla di tante tematiche: il sentirsi disadattati coi tempi che cambiano, il ruolo effettivo e profondo che hanno gli attori e gli autori per l’arte e per la storia, le ipocrisie e le falsità dello star sistem, della multi-etnicità e del razzismo malcelato e infine il valore della sala e la magia del cinema che, nonostante gli scandali, gli eccessi, il marciume e le magagne, resteranno intatti, in un modo o nell’altro.
Il finale è meraviglioso, meta-cinematograficamente puro, alla Gran Cinema Paradiso e con una speranza radiosa e fruttuosa per il futuro della settima arte.

Jovan Adepo

Babylon (2022): Jovan Adepo

Tutte queste tematiche sono vissute sulla pelle dei personaggi, tutti ben caratterizzati ed interpretati. In particolar modo Brad Pitt che qui è ben inserito, così come un curioso e pungente Tobey Maguire, ma più di tutti è Margot Robbie; pluri-espressiva, bellissima e che buca lo schermo come una trivella petrolifera. Lei, insieme a Ana De Armas, valgono tutti i Golden Globe dati purtroppo a buffo quest’anno, non oso dire per gli Oscar.
 
Oggi, se cent’anni fa il cinema era sempre più ricercato dalle masse e da più classi sociali, temo che stia diventando sempre più elitario a causa dello streaming un po’ sopravvalutato, con tutti i pregi.
Il film non è altro che un invito a valorizzare il cinema e la sala e che sanno fare di tutto.

locandina

Babylon (2022): locandina

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