Regia di Damien Chazelle vedi scheda film
Il 5° Lungometraggio di Chazelle è un film al quale non manca una certa ambizione, come del resto fu il suo La La Land. E come quello anche Babylon incastra cinema e musica, caratteristiche che ormai sembra essere un cardine delle opere del cineasta di Providence.
Babylon potrebbe essere ascrivibile a definizione di “epopea del decadimento”. Epopea perché comprende un periodo che va da circa 1926/27, quindi gli ultimi “colpi” del cinema muto, a inizio degli anni 50 dove l’età d’oro di Hollywood andava a rifinire il suo linguaggio cinematografico. Decadimento perché in questo intervallo di tempo Chazelle ci presenta diversi declini: professionali e personali, comprendendo anche quella di una fase storica della settima arte, ovvero la fine del cinema muto. In questo sono chiare le influenze, perlomeno spirituali, da “Viale del Tramonto” e “The Artist”.
I tre protagonisti Jack Conrad, Nellie LaRoy e Manuel "Manny" Torres interpretati rispettivamente da Brad Pitt, Margot Robbie e Diego Calva(bravissimi tutti) affrontano tutti una parabola discendente ma di diversa natura. A fine anni ’20 Conrad era un divo popolare e fulcro delle festini eccessivi delle star, LaRoy con l’ambizione di diventare una star riesce a entrare nello star system e Torres da tuttofare ha l’ambizione di poter contribuire nel processo cinematografico.
L’avvento del sonoro da inizio al lento declino dei due attori: Conrad non è fatto per il cinema sonoro, LaRoy non riesce ad adattarsi al meglio ad esso, mente Torres ne giova e riesce a sfruttare la nuova tecnologia al meglio grazie all’intuizione di mettere un musicista al centro dello schermo, rendendo la musica protagonista.In realtà anche Torres avrà un suo declino in quanto la spirale autodistruttiva di LaRoy lo influenzerà essendo coinvolto sentimentalmente e finirà in seri guai.
Come per i film di Manny Torres anche in Babylon la musica si prende gran parte della scena: Hurwitz compone una colonna sonora spettacolare, un Jazz ritmatissimo che si sposa alla perfezione con le immagine. Ad oggi il suo miglior lavoro.
Il ritmo dato anche da una regia vibrante: Chazelle non risparmia virtuosismi e gioca moltissimo con la MdP aiutato poi da un ottimo montaggio serrato.
Il film si spinge su un surreale-grottesco che sfocia nel tragicomico, soprattutto quando vuol rappresenta gli eccessi delle star, e in questo forse è scappata un po’ la mano finendo per esagerare e scadendo qualche volta nel kitsch.
In definitiva Babylon è un film divertente ed intrattenente ma con la volontà di raccontare(con i suoi bassi) una storia e per Chazelle ancora una volta di poter rappresentare la sua visione di cinema e l’amore per il cinema, con un finale un po’ ammiccante ma di ottimo impatto visivo ed emozionale.
Voto 8,5
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