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Il corsetto dell’imperatrice

Regia di Marie Kreutzer vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il corsetto dell’imperatrice

di yume
8 stelle

Buon compleanno e buon Natale, imperatrice!

locandina

Il corsetto dell’imperatrice (2022): locandina

Una donna di quarantuno anni, a Vienna, moglie di un imperatore e dunque imperatrice, andata sposa a diciotto anni, tre figli di cui uno morto poco dopo la nascita, l’altro, Rodolfo, lo farà appena possibile a Mayerling con l’amante, la femminucccia bigottina già imbevuta di mistica imperiale, un marito freddo dedito ad amori ancillari o quasi, una donna così, può mai essere felice?

Certo, avrebbe potuto dedicarsi al piccolo punto, a sane letture, alla musica e al canto, ad epistolari autobiografici, insomma la donna non si arrende mai, se solo ha un po’ di cervello in zucca.

Ma la nostra Elisabeth di Baviera aveva un enorme difetto, era bellissima, o meglio, lo era stata da ragazza.

A quaranta anni qualche ruga arriva, i capelli cominciano ad avere fili bianchi, i denti, ahimè, non ne parliamo e, disastro dei disastri, la cellulite.

Ecco dunque la nostra Sissi che invecchia e non si rassegna.

Un secolo dopo sarebbe rimasta sulla breccia fino a 80 e passa anni, botox docet, nell’’800 ti agiti come una farfalla impazzita se non riesci a rassegnarti al passare del tempo.

Elisabeth, dunque, (quel mieloso vezzeggiativo Sissi lo dimentichiamo assistendo alla performance di questa versione disincantata messa su da Marie Kreutzer), è stata un mito inutile, deleterio per le donne, forse come Diana che almeno, bontà sua, qualche giro benefico nel terzo mondo l’ha fatto.

Elisabeth di Marie Kreutzer non suscita simpatia né pietà, è una donna egocentrica e ossessiva. Messa a corte dal puro caso che l’ha fatta nascere lì e non nei sobborghi di Londra o nel ventre di Parigi, approfitta in lungo e in largo del suo ruolo di donna finta, volubile, capricciosa.

Non ha nemmeno grandi amori che l’assolverebbero, solo il cugino Ludwig, altro fuori di testa, la capisce, si amano a modo loro, ma ben sappiamo dei gusti di Ludwig.

Lei vuol essere guardata, solo guardata, starebbe bene in un’icona bizantina, ma purtroppo deve star lì e, in fondo, sarà contenta quando l’anarchico Lucheni la farà fuori.

Potremmo dunque definirla “la donna che non sapeva amare”?

Crediamo di sì, soprattutto non sapeva amare sé stessa, il resto arriva di conseguenza.

La Kreutzer ne fa un ritratto algido, di grande raffinatezza formale, ce ne sono in giro per Pinacoteche nelle sale dell’’800: fondo nero, sguardo malinconico e distante, collier preziosissimi e spalle scoperte. Stop, e questo è il massimo.

Qualcuno ha rilevato come difetto del film l’assenza di scandaglio interiore, il mancato affondo nell’indagine sulle relazioni.

Ma se non c’è nulla, cosa si dovrebbe scandagliare?

Elisabeth è una donna vuota, una che oggi, avendo i mezzi che aveva, passerebbe il tempo in quelle centinaia di posti dove ti rifanno da capo a piedi.

Lei non poteva che far stringere il corsetto fino a soffocare, l’unico gesto saggio della sua vita errabonda e inutile fu il taglio dei capelli, pesante e assurda chioma lunga fino alle caviglie.

Chissà se oggi si conserva in qualche museo?

1877. Il 24 dicembre l'Imperatrice d'Austria Elisabeth, nota ai più come Sissi, compiva 40 anni.

Buon Natale imperatrice.

 

 

 

 

 

www.paoladigiuseppe.it

 

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