Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Probabilmente il film più atteso di fine estate ed una pellicola destinata a far parlare in ogni caso, perché quando di mezzo c'è David Cronenberg non può andare diversamente. Crimes of the Future è un lungometraggio che riporta il regista canadese ai fasti del suo periodo più iconico, quello che lo ha legato in maniera quasi inscindibile al sottogenere denominato body horror, portato alla ribalta da titoli come La mosca e con un'eredità che, più recentemente è stata raccolta anche dalla francese Julia Ducournau.
Il ventiduesimo titolo di Cronenberg torna, infatti, ad esplorare di nuovo il corpo umano e tutte le sue possibili derivazioni filosofico/visionarie. In questa nuova avventura, figurano Saul Tenser (Viggo Mortensen), un performer che ha fatto del proprio corpo una forma d'arte; Caprice (Léa Seydoux), ex chirurgo e partner artistico di Saul; Timlin (Kristen Stewart), una funzionaria che rimane colpita dalle esibizioni dei due.
Il film utilizza il corpo umano per esplorare i concetti di bellezza, di arte, di ambiente, di sessualità, di politica ed altro ancora. E lo fa illustrando i possibili scenari di un futuro prossimo dove l'essere umano comincia a superare sé stesso ed il dolore, ma anche il piacere: l'arte di Saul Tenser è figlia proprio di questa rinnovata percezione, con la chirurgia che diventa un insospettabile medium artistico, rivelando a tutti gli effetti una forma di bellezza interiore.
Ma diventa anche un medium sessuale, con i corpi che reinventano anche il concetto stesso di sessualità ed i modi, ormai in grado di soppiantare il vecchio stile (come affermato da Tenser stesso).
Questi i punti cardine da cui poi Cronenberg evolve per esplorare ulteriori tematiche, risultando forse un po' troppo didascalico nella prima parte, con i concetti vengono enunciati con fin troppa chiarezza. Mortensen e Seydoux, in compenso, forniscono un grandissimo contributo, calandosi alla perfezione nei rispettivi ruoli e portandoli avanti con grandi doti attoriali (ma non vi erano dubbi al riguardo).
In definitiva, un buonissimo film, che offre vari temi e spunti di riflessione una volta usciti dalla sala. Ritengo, in tal senso, inutile se non deleterio un confronto diretto con i capolavori del passato; ma la capacità di creare un dibattito sul futuro - e ancor più sul presente - è decisamente intatta.
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